RADICALI ROMA

Rom, Magi (Radicali): I campi rom convengono elettoralmente a Salvini. Chiusura è obiettivo Ue. Giubileo non sia strage di diritti e risorse economiche come nel 2000

Dichiarazione di Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma

Matteo Salvini celebra a suo modo la Giornata internazionale dei Rom e Sinti proponendo di “radere al suolo tutti i campi”, ma il segretario del Carroccio dimentica – o vuol dimenticare – che il sistema dei campi tipicamente italiano è stato legittimato e rafforzato per effetto del decreto con cui nel 2008 il ministro leghista Maroni dichiarò “l’emergenza nomadi”, poi bocciato dal Consiglio di Stato. Quel decreto non ha risolto nulla, ha però permesso di creare un clima di allarme sociale assai fertile per chi come la Lega, oggi come ieri, brandisce il tema della sicurezza come arma elettorale. I campi rom, infatti, convengono a molti: a chi li gestisce con appalti milionari e a chi macina voti e consenso speculando sull’esasperazione sociale
La verità è che la chiusura dei campi non è un punto programmatico della Lega, ma un obiettivo fissato dalla Commissione europea e recepito nel 2012 dal Governo italiano con la Strategia nazionale di inclusione. Per raggiungerlo bisogna confrontarsi con altre città europee, dove modelli alternativi sono stati realizzati con successo anche grazie a quei fondi strutturali di cui il nostro Paese non fa nemmeno richiesta. E’ questa la strategia che come Radicali proponiamo a partire dalla Capitale, dove al sindaco Marino abbiamo presentato un piano di conversione delle risorse pubbliche impiegate per i campi in percorsi concreti di inclusione abitativa e lavorativa. Solo così si potrà uscire da un sistema fallimentare e illegale, senza cadere nei tranelli leghisti né buttare ancora il denaro dei cittadini in operazioni di pulizia straordinaria, come si rischia di fare in vista del prossimo Giubileo. Nel Duemila, con la scusa di “ripulire” la città, si spesero un sacco di soldi per sgomberare i piccoli campi informali e costruirne di nuovi, enormi e costosissimi, ai limiti della città. E’ necessario vigilare perché il Giubileo della Misericordia di Papa Bergoglio non si trasformi in una nuova strage di diritti e risorse economiche.