RADICALI ROMA

A Roma la crisi l’hanno pagata solo i giovani

di Roberto Cicciomessere

Nel mercato del lavoro del comune di Roma si registra una grave anomalia: anche se il tasso d’occupazione complessivo nel 2017 (66,1%) ha recuperato e superato, dopo la crisi, i valori del 2008 (64,4%) – pur essendo inferiore di 5 punti percentuali a quello che si registra nel comune Milano (70,9%) – questo risultato si ottiene con una forte perdita di posti di lavoro dei giovani. Infatti, la crescita dal 2008 al 2017 di 130 mila posti di lavoro è il risultato della perdita di oltre 36 mila posti di lavoro dei giovani (15-34 anni) ampiamente compensata dalla maggiore crescita degli occupati adulti (35-64 anni) di 167 mila unità: a Roma la crisi economica è stata pagata solo dai giovani.
Anche il tasso di disoccupazione dei giovani romani (17,3%) è superiore di ben 7 punti percentuali a quello dei coetanei milanesi (10,3%) e dura di più (quasi la metà è disoccupato da oltre un anno).
Le cause di questo fenomeno sono determinate da molti fattori:

Il bassissimo livello d’istruzione dei giovani romani: a Milano quasi la metà (49,8%) è costituita da laureati a fronte di meno di un quarto a Roma (23,4%); nel capoluogo lombardo coloro che hanno conseguito al massimo la licenza media sono pari al 14,3% e costituiti in gran parte da immigrati, a Roma i giovani sostanzialmente analfabeti sono un terzo del totale (32,1%);
Accanto a una modesta offerta di laureati a Roma si registra anche una bassissima domanda da parte delle imprese romane, dal momento che il tasso di occupazione giovanile dei laureati è pari al 60,5%, a fronte del 78,9% a Milano, con una differenza di oltre 18 punti percentuali;
Solo il 15,5% dei giovani romani esercita una professione altamente qualificata, a fronte del 28,1% a Milano;
A Milano il settore economico trainante dell’occupazione giovanile è quello del terziario avanzato (informatica, telecomunicazioni e servizi professionali), mentre a Roma prevale quello dei white jobs, e cioè dei servizi sanitari, sociali e alla persona;
A Milano nel settore del turismo e del tempo libero quasi un terzo degli occupati (28.5%) svolge professioni altamente qualificate (28,5%) a fronte del solo 12,8% che si registra a Roma;
A Milano i giovani entrano più rapidamente nel mercato del lavoro, anche grande diffusione dell’apprendistato, mentre a Roma la transizione dalla scuola al lavoro è molto più lenta.
I canali pubblici e privati per la ricerca del lavoro non funzionano in Italia, ma a Roma i giovani trovano il lavoro prevalentemente attraverso i concorsi pubblici, a Milano grazie alle agenzie private del lavoro e alla segnalazione di università, scuole, centri di formazione.

Per aumentare il tasso d’occupazione giovanile è indispensabile che il sistema produttivo diventi più competitivo nei settori più innovativi come quelli del terziario avanzato, che aumenti la qualità dell’offerta turistica e del tempo libero e la qualifica professionale degli addetti, che cresca il livello d’istruzione dei giovani, che siano più efficienti i soggetti pubblici e privati nell’aiutare i giovani a transitare più velocemente dall’istruzione al lavoro, anche attraverso la promozione dell’apprendistato di primo livello.

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