RADICALI ROMA

Rom/Bernardini-Magi: 20 anni di politica fallimentare per bilancio e risultati. Rischio condanna Ue sia spinta decisiva per discontinuità

“La lettera inviata dalla Direzione Generale Giustizia della Commissione Ue
al Governo italiano è un’ulteriore conferma di quanto noi Radicali denunciamo con forza da anni, cioè che tutti gli interventi emergenziali sulle politiche abitative dei cittadini di etnia rom finora adottati sono contrari ai diritti fondamentali”, lo dichiarano in una nota Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani, e Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma.

“Dopo le preoccupazioni espresse dal Commissario per i diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa – continuano – finisce ufficialmente sotto i riflettori dell’Ue la situazione del campo nomadi La Barbuta, a Roma: un luogo ‘molto remoto e non accessibile, e dotato di recinti e impianti di sorveglianza’, progettato e realizzato a seguito della proclamazione dello ‘stato di emergenza’ poi dichiarato illegittimo dal Consiglio di Stato. Nelle settimane scorse abbiamo denunciato il progetto che si stava definendo per La Barbuta, che vede coinvolti la Leroy Merlin Italia e la Comunità di Capodarco di Roma. Aderiamo dunque alla campagna di mobilitazione pubblica e di pressione nei confronti di Leroy Merlin Italia lanciata oggi dall’Ass. 21 luglio per chiedere all’azienda di non farsi coinvolgere nella creazione dell’ennesimo ghetto a Roma che aggraverebbe in modo definitivo la situazione e anche il giudizio dell’Unione europea.

L’“emergenza nomadi” proclamata sulla spinta dell’allarme mediatico, ha consentito negli anni scorsi da una parte di avere più fondi e adottare atti in deroga alle leggi, dall’altra di creare l’allarme sociale da usare a fini elettorali. In questo – osservano Bernadini e Magi – la situazione dei rom in Italia rappresenta perfettamente il Regime partitocratico trasversale che governa il nostro Paese.

In Italia, ma in particolare a Roma, permane un sistema di campi – per durata e indotto – unico in Europa. Nella Capitale infatti, sebbene riguardi appena 1200 famiglie, la gestione dei campi ha comportato un esborso di risorse pubbliche pari di ben 25 milioni di euro solo nel 2013 , con risultati disastrosi di inclusione sociale, lavorativa, abitativa.

Il rischio di una nuova condanna dell’UE che incombe sull’Italia, con ulteriori aggravi sul bilancio dello Stato, deve spingere l’Amministrazione di Roma Capitale ad adottare pienamente la Strategia nazionale di inclusione delle comunità Rom, Sinti e Camminanti, che nel 2012 ha recepito le linee guida della Commissione europea dove è chiaramente indicato l’obiettivo del superamento dei campi rom. Un obiettivo non negoziabile, da perseguire con l’immediata conversione delle risorse pubbliche attualmente impiegate nella gestione dei campi, e dei servizi annessi, in percorsi concreti di carattere abitativo e lavorativo.

Solo cosi sarà possibile assicurare una drastica inversione di rotta, dopo un ventennio di politiche fallimentari. È ora di affrontare questo problema come si affrontano nelle grandi città i problemi abitativi dei baraccati e degli indigenti, al di là della loro etnia, con soluzioni come l’housing sociale e la fine della discriminazione nell’accesso alle case popolari per i cittadini italiani di etnia rom che ora vivono nei campi.

Sul lato del Governo e del Parlamento, rappresenterebbe un forte e significativo cambiamento l’approvazione del disegno di legge -presentato dai radicali nelle scorse legislature- per l’estensione delle disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche alle minoranze dei Rom e dei Sinti”, concludono.