RADICALI ROMA

Rom/Via Visso, Radicali: da Metro C ad accoglienza, la politica continua a farsi commissariare

Dichiarazione di Riccardo Magi, presidente di Radicali italiani e consigliere comunale a Roma, e Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma

Arriva oggi la notizia dell’avvio di un’istruttoria da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione nei confronti del Comune di Roma sul centro di accoglienza per soli rom Best House Rom di via Visso. Assieme all’Ass. 21 luglio – a cui va il nostro ringraziamento perché è dal loro esposto che prende piede l’iniziativa dell’Anac – siamo stati i primi a documentare e denunciare, sin dall’aprile del 2014, attraverso visite, accessi agli atti e interrogazioni, i costi incredibili di un centro tra i più degradanti e illegali d’Italia.

Ben prima che scoppiasse l’inchiesta Mafia Capitale, abbiamo dunque denunciato le condizioni gravissime in cui vivevano, e ancora oggi sono costrette a vivere, centinaia di uomini, donne e bambini, chiedendo all’Amministrazione capitolina di intervenire e procedere alla chiusura immediata. Abbiamo poi chiesto un intervento da parte del Parlamento europeo per la violazione della direttiva 2000/43/CE che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica.

Di fronte ai numerosi elementi di illegalità e all’evidente stato di degrado portati alla luce da queste nostre ripetute denunce, l’ex assessore Cutini, sostenne che il centro di via Visso aveva tutte le autorizzazioni per poter funzionare. Fu necessario uno sciopero della fame di Riccardo Magi e del presidente dell’Ass. 21 Luglio Carlo Stasolla per ottenere l’attenzione necessaria dal Sindaco, il quale a dicembre promise di visitare il centro e avviarne in tempi rapidi la chiusura. Obiettivo ribadito a gennaio da Francesca Danese, che nel frattempo aveva preso il posto di Rita Cutini nella giunta capitolina.
Il Best House Rom rientra in quel sistema malato che ha visto cooperative e consorzi spartirsi la gestione dei campi e dei centri di raccolta per rom della Capitale sulla pelle di migliaia di persone, attraverso affidamenti diretti e successive proroghe. La struttura, accatastata come magazzino di deposito, accoglie circa 300 persone, in spazi inadeguati e lontani dall’assicurare condizioni di vita accettabili, loculi senza aria né luce che non rispettano i requisiti minimi di abitabilità previsti dalla legge. Il costo per il 2014 è stato di quasi 3 milioni di euro, una cifra che, se destinata direttamente alle 70 famiglie presenti nella struttura, avrebbe permesso a ogni nucleo di poter disporre di quasi 4.000 euro al mese.

Dobbiamo prendere atto, purtroppo, che anche in questo caso – come per gli altri temi al centro dall’inchiesta ‘Mondo di Mezzo’ e per il tormentato affare Metro C – la politica ha abdicato alla propria funzione aspettando che fosse qualcun altro, nella fattispecie l’Anac, a intervenire per porre fine a una realtà scandalosa che come Radicali assieme all’Associazione 21 luglio, abbiamo denunciato per mesi in totale solitudine.