RADICALI ROMA

Rosa nel Pugno: ragioni e obiettivo di una lotta parlamentare e nonviolenta

INIZIATIVA PARLAMENTARE E SCIOPERO DELLA SETE DI E PER DIALOGO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, I PRESIDENTI DELLE CAMERE, A 48 ORE DAL VOTO SUL DECRETO ELETTORALE E GLI EMENDAMENTI CHE FAREBBERO CADERE IL DIVIETO ALLA EFFETTIVA PARTECIPAZIONE DELLA ROSA NEL PUGNO ALLE ELEZIONI POLITICHE

 

 

COMUNICAZIONE DELLA ROSA NEL PUGNO

 

– Premesso che la scelta e il deposito delle candidature rappresenta il momento costitutivo del processo di confronto elettorale e democratico; e che tale atto è di importanza politica almeno pari a quello della elaborazione e comunicazione dei programmi politico-elettorali.

 

– Premesso che il Decreto relativo alle norme elettorali in corso di approvazione al Senato martedì prossimo prescriverebbe alla Rosa nel Pugno di presentare la propria lista di candidati a condizione che sia sottoscritta da un numero complessivo 180.000 elettori, mentre sono invece esentati da tale obbligo le liste concorrenti, espressione di soggetti politici ad essa simili.

 

– Premesso che in tal modo la Rosa nel pugno, per raccogliere le firme sulle liste complete, dovrebbe necessariamente formare e render note le proprie liste con un anticipo di alcune settimane rispetto ai concorrenti, che inevitabilmente ne trarrebbero elementi conoscitivi e valutativi tali da poter formare le proprie liste anche in funzione della neutralizzazione delle scelte della Rosa nel Pugno

 

– Sottolineato che la Rosa nel Pugno è la risultante della fusione da una parte dei soggetti politici costitutivi del Partito radicale transnazionale (cioè del più antico dei partiti della Repubblica, che ha compiuto il suo cinquantenario) e dall’altra del soggetto politico socialista di maggiore rappresentanza istituzionale, con 20 suoi membri eletti complessivamente nel Parlamento italiano ed europeo

 

– Sottolineato che la nuova formazione della Rosa nel Pugno (“Loris Fortuna – Tony Blair – Luis Rodriguez Zapatero; Liberali, Socialisti, Laici e Radicali”), rivolgendosi ad un ampio spettro della politica e della cultura italiana ed europea, è suscettibile di formare liste ampiamente trasversali rispetto allo schieramento politico esistente, e le sono anche per questo motivo necessari e vitali tempi e modalità di presentazione e di deposito assolutamente paritari e contemporanei con gli altri concorrenti.

 

La Rosa nel Pugno:

 

     – Denuncia nell’imposizione irragionevole ed illegittima di condizioni discriminatorie nella presentazione delle liste un vero e proprio attentato ai diritti politici dei cittadini, perpetrato attraverso la negazione di condizioni essenziali per la lealtà e legalità stessa delle elezioni del nove aprile; tale imposizione avviene in violazione sia dei principi generali di diritto, che dei principi costituzionali italiani, che, infine, degli standard internazionali esistenti sulla base dei trattati cui l’Italia ha aderito e partecipa.

 

     – Chiede di conseguenza che il Governo proponente il Decreto e il Parlamento reintegrino il pieno rispetto della legge fondamentale e della democrazia italiana facendo proprio l’emendamento 3.0.7 (*) che ristabilisce la parità e l’uguaglianza di condizioni di partecipazione alle elezioni stesse eliminando l’obbligo di raccolta firme per partiti già consolidati come la Rosa nel Pugno (o, in subordine l’emendamento 3.0.1 (*), che consentirebbe di raccogliere le firme sul simbolo invece che sulle liste); tale proposta è sostenuta anche con l’iniziativa nonviolenta preannunciata già avant’ieri da Marco Pannella e rimasta finora senza risposta.

 

(*) Il testo completo degli emendamenti è disponibile sul sito www.senato.it