RADICALI ROMA

Rovasio: "perché l'Imposta Comunale sugli immobili può diventare Santa…

I FATTI
L’8 marzo 2004 la Corte di Cassazione depositava la sentenza n. 4645 che condannava un Istituto religioso, gestito dalle Suore del Sacro Cuore dell’Aquila e dedito all’attività di assistenza di anziani, a pagare l’Ici fino ad allora non pagata. I giudici prendevano questa decisione in base ad una corretta interpretazione dell’Art. 7 della legge istitutiva dell’Ici che prevede l’esenzione solo per gli Istituti che non esercitavano attività commerciale. Le Suore del Sacro Collegio dell’Aquila difatti fanno l’assistenza degli anziani in cambio di una normale retta così da configurare un’attività redditizia ‘commerciale’.
Il 18 agosto Maurizio Turco, già deputato europeo radicale, Presidente di Anticlericale.net, si accorgeva e dava l’allarme sul fatto che il giorno prima il Governo aveva presentato un Decreto legge, il n. 163 dal titolo: ‘Disposizioni urgenti in materia di infrastrutture’, l’art. 6 di tale Decreto esentava la chiesa cattolica dal pagamento dell’Ici anche per gli immobili destinati ad attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, e sportive, si applica anche qualora questi svolgano attività di natura commerciale…
IL PRIMO MIRACOLO…
Il testo, prima di arrivare in aula al Senato, aveva ricevuto dalla Commissione bilancio parere negativo visti gli effetti che avrebbe prodotto sulla finanza locale. Poco prima di arrivare in aula al Senato, il 5 ottobre scorso, al provvedimento è stato dato stranamente un altro parere dalla stessa Commissione: questa volta positivo. Già si parla di provvedimento miracolato…
Nel frattempo il Corriere della Sera aveva lanciato la notizia che successivamente è stata ripresa, e molto criticata, da molte altre testate. L’Anci ha stimato che l’effetto prodotto da questo Decreto è un mancato introito ai Comuni di circa 300 milioni di Euro, con un’incidenza della sola Città di Roma pari al 25% del totale. Secondo i calcoli la sola città di Roma avrebbe mancati introiti per circa 75 milioni di Euro.
L’Assessore al Bilancio del Comune di Roma si è subito preoccupato di precisare che i beni immobili della chiesa cattolica a Roma, incidono per circa l’1% del totale pari  a circa 5 milioni di Euro, dopo poco ha precisato che l’importo incide per circa 9 milioni di Euro. Tra 5 –  9 e 75 milioni di Euro v’è in effetti molta differenza!
A queste stime così discordanti, si aggiunge la Cei che, preoccupata degli effetti negativi di queste notizie, ha subito smentito che il Decreto avrebbe prodotto effetti vantaggiosi per la Chiesa, nel lancio Ansa della Cei del 29 settembre si legge: “… il recente Decreto legge non fa che confermare quanto definito per legge ‘fin dal 1992’”. E allora, ci domandiamo noi, perché il Governo ha fatto il Decreto?
 
Le cause di queste diverse stime e la ragione stessa del Decreto, sono determinate dal fatto che non esistono dati esaurienti e precisi per gli effetti dell’ interpretazione che i Comuni danno alla Legge del 1992 sull’istituzione dell’Ici, infatti la Corte di Cassazione ha prodotto una sentenza dove invece l’interpretazione dei singoli Comuni non vale più. La sentenza in sostanza dice che la Legge va interpretata in modo uguale per tutti, ecco perché il Governo genuflesso al potere vaticano si è subito preoccupato di fare un Decreto che precisa che l’estensione è totale. Ed ecco spiegato perché la Cei è intervenuta con un suo Comunicato, giusto per dire che tanto i Comuni hanno interpretato la legge sull’Ici quasi tutti in maniera vantaggiosa per la Chiesa cattolica. Insomma, la sentenza della Corte di Cassazione è stata rivoluzionaria la laicità e pericolosa per le casse della Chiesa cattolica.
Ma torniamo al testo di Legge che avrebbe dovuto convertire il Decreto entro il 17 ottobre 2005, pena la sua decadenza.
IL SECONDO MIRACOLO…
Il 10 ottobre, il testo votato al Senato, arrivato nel frattempo alla Camera, viene inserito nell’Ordine del Giorno della Commissione Bilancio per la mattina dell’11 ottobre e, miracolo (il secondo), viene anche inserito al terzo punto dell’Ordine del Giorno dell’Aula per la sera stessa di martedì 11 ottobre. Forse non tutti sanno che normalmente occorre un tempo di almeno tre giorni perché un testo venga discusso, emendato e votato da una Commissione, ma l’argomento trattato consente evidentemente procedure miracolose, cosicchè anche l’Aula a distanza di poche ore poteva intervenire su un testo che poteva ancora essere discusso dalla Commissione.
Mercoledì 12 ottobre il testo risulta ancora fermo in Commissione in quanto erano stati chiesti dei pareri relativi alla copertura al Ministero delle Finanze che, facile immaginare, si sarà trovato nella necessità di capire che effetti avrebbe prodotto sulle finanze di quei Comuni che avevano applicato la legge sull’Ici del 92 così come indicato dalla sentenza della Corte di Cassazione. Se il Decreto fosse passato, quei Comuni avrebbero addirittura dovuto restituire gli importi pretesi dal 93 a oggi alla Chiesa cattolica. Insomma un bel pasticcio!
IL TERZO POSSIBILE MIRACOLO…
Mercoledì 13 ottobre, alle 20, il Ministro Giovanardi in aula annuncia a nome del Governo di non sostenere più il Decreto. I laici  cantano vittoria, ma forse è troppo presto. Già si profila l’ipotesi che per salvare la Chiesa da queste ‘miserabili’ imposte si farà un emendamento del Governo alla Finanziaria, le ultime voci, ahinoi fondate, parlano di un emendamento al decreto fiscale. Per accontentare tutti e zittire coloro che lamentano il trattamento di favore verso la sola Chiesa cattolica, v’è l’orientamento a estendere l’esenzione Ici anche a tutte le altre religioni. Quanti immobili (alberghi, librerie, ecc…) con attività commerciale avranno i buddisti o i valdesi? Staremo a vedere. Di certo non ci sembra molto cristiano che oltre al milione di Euro che già l’8 per mille regala alla Chiesa cattolica ogni anno, si possano aggiungere 500 milioni di Euro di esenzione Ici.
Intanto un piccolo sondaggino fatto da Tiscali dice che l’88% degli intervistati è nettamente contrario al provvedimento. Da chi saranno guidati quell’88% di intervistati? Dagli anticlericali ottocentestechi?