Il cardinale Camillo Ruini annuncia una nota della Cei sulle coppie di fatto, «ufficiale» e quindi «impegnativa» per i cattolici italiani. E il Papa parla nuovamente della famiglia: «Nessuna legge la può sovvertire». In altre parole, a pochi giorni dal via libera del Consiglio dei ministri al testo di Rosy Bindi e Barbara Pollastrini, la Chiesa interviene in modo forte sull’argomento scatenando l’applauso della Cdl, gli interrogativi dei cattolici del centrosinistra e l’opposizione dell’ala più radicale dell’Unione.
RUINI — II presidente della Cei, intervenendo a un convegno dell’Opera romana pellegrinaggi, si rifiuta di aggiungere parole sui cosiddetti Dico: «Sono state già dette da parte nostra cose importanti e, credo, tutto ciò che è necessario. È inutile che io aggiunga qualche battuta estemporanea». Non parla quindi il cardinale Ruini, ma fa di più, ponendo un elemento nuovo che prossimamente farà interrogare i cattolici di entrambi gli schieramenti: «Potrà essere importante una parola meditata, una parola ufficiale che sia impegnativa per coloro che accolgono il magistero della Chiesa e che potrà essere cmarificatrice per tutti». In altre parole, una nota della Cei sulla famiglia e su tutta la materia oggetto del testo varato dal governo, cioè le convivenze.
PAPA — Benedetto XVI percorre la sua strada, non si mette a discutere la proposta avanzata dall’Unione, non la cita, però ancora una volta parla della famiglia. Lo fa in un convegno sul diritto naturale organizzato dall’università Lateranense, davanti ad esperti della materia, lanciando comunque un chiaro avvertimento: «Nessuna legge fatta dagli uomini può sovvertire quella norma fatta dal Creatore senza che la società venga drammaticamente ferita in quello che è il suo fondamento basilare: indebolire la famiglia penalizza la società». Insomma, «vi sono leggi che precedono qualsiasi legge umana», cioè il diritto naturale, «solo valido baluardo contro l’inganno della manipolazione ideologica». A fare gli onori di casa monsignor Rino Fisichella, rettore dell’università, sin dall’inizio contrario a disegni di legge che prevedano il riconoscimento delle coppie di fatto. E che ora rivolge un appello ai parlamentari cattolici perché non avallino i Dico.
CDL — Il centrodestra, per lo più, esulta, anche perché ha scelto, senza distinzione tra laici e cattolici, di mettere in difficoltà il governo. A partire dall’Udc. Rocco Buttiglione spiega che «certe cose buone per la politica non vanno bene per la Chiesa» e Carlo Giovanardi ritiene «logico per un buon cattolico ascoltare i vescovi». Anche il più laico Gianfranco Fini definisce «legittimo» il giudizio della Chiesa «su una legge sbagliata che da vita soltanto a matrimoni di serie B». Il leghista Roberto Calderoli arriva a sostenere che i cattolici dell’Unione sono «di fatto scomunicati». Aprono invece il dialogo i repubblicani e la nuova De di Gianfranco Rotondi.
UNIONE — Le reazioni sono molto diverse fra loro. Il ministro Paolo Ferrero (Prc) si domanda se l’intervento di Ruini «abbia violato il Concordato». Ma il socialista Enrico Boselli si spinge più in là chiedendo di «superare» quegli accordi: «Del resto la Chiesa si comporta come se il Concordato non esistesse». Secco il commento del ministro Livia Turco: «Le leggi le vota il Parlamento, non la Chiesa». I cattolici, che quando uscirà la nota della Cei dovranno scegliere come comportarsi, si interrogano. Antonello Soro (Margherita) manifesta il suo «rispetto» per i vescovi, ma trova «incredibile che i monogami vengano accusati da chi ha tre famiglie». I teodem sono in attesa di leggere il testo della Cei. Nel frattempo Enzo Carra, di fronte ad eventuali veti, non esclude di potersi appellare alla «libertà di coscienza» nei confronti degli impegni presi con la maggioranza. Che oltretutto rischia di andare sotto al Senato. Perché oltre ai tre dell’Udeur (compreso Mastella che è anche senatore), se il testo non cambia, voteranno contro anche Sergio De Gregorio e Luigi Pallaro.