Grande partecipazione all’incontro fra lo scrittore e gli studenti organizzato da Roma Tre
Di Eduardo Sassi
Saviano superstar a Roma Tre, ieri, per l’incontro organizzato dagli studenti dell’Onda: ovazioni, ressa, aula magna piena oltre ogni limite (500 posti di capienza, dentro almeno 1.000 persone), scatti con il telefonino. E molti libri, intonsi, in vendita fuori con sconto di un euro e mezzo, che vanno a ruba e che l’autore di Gomorra alla fine firma con pazienza certosina fino all’ultimo frontespizio.
Dentro l’università, sistema di sicurezza sotto controllo da giorni. L’autore è tenuto sott’occhio da almeno una decina di agenti con giubbotto antiproiettile. Nessuno spazio per le domande dei giornalisti, tenuti a debita distanza da un blindatissimo ufficio stampa della casa editrice che dopo ore di attesa comunica: «Roberto Saviano non rilascia dichiarazioni di nessun tipo. Quello che aveva da dire lo ha detto durante l’incontro».
Ed eccolo, l’incontro: con un accenno inevitabile al terremoto giudiziario di Napoli che ha portato all’arresto di quattro tra assessori ed ex assessori: «Al di là delle attuali vicende in corso a Napoli e di come andranno a finire, una cosa va detta, che il centrosinistra avesse relazioni con la criminalità organizzata lo si sapeva da dieci anni. Non a caso la Campania e la Calabria, feudi del centrosinistra, hanno il record per crimini di questo tipo».
Criminalità organizzata e il suo fatturato da cento miliardi di euro l’anno, al centro del suo intervento: «Il doppio di quello della Fiat», e con interessi in tutti i settori, dal tessile alla ristorazione. «La criminalità è ovunque – ha ricordato lo scrittore – anche a Roma, dove gestisce ristoranti e anche la più importante discoteca del centro storico, l’inchiesta è in corso».
L’incontro con Saviano, seguito alla proiezione del film «Gomorra» di Matteo Garrone, ha concluso una giornata dedicata dal movimento studentesco al tema del razzismo: «Io parlo agli studenti dell’Onda e a tutti gli altri, di qualsiasi orientamento», dice Saviano, e si capisce che da autore di successo non vuol farsi imbrigliare in strumentalizzazioni di alcun tipo: «Il mio messaggio è trasversale».
Il suo discorso, quasi due ore, è scandito da immagini che lo stesso Saviano proietta dal suo pc portatile, con le sue parole che diventano un po’ come didascalie dell’orrore: gli aspetti più duri della vita a Casal di Principe, il coinvolgimento dei bambini, l’assuefazione alla violenza, l’atteggiamento rassegnato della gente. Dell’attualità più stretta aveva già parlato ieri in mattinata in un’intervista ai microfoni della radio. E nel pomeriggio si è concesso anche qualche accenno ironico relativo a famosi attori hollywoodiani: «A Los Angeles mi chiedevano che tipo di orologi e di intimo indossano i camorristi…». Lo scrittore si è poi allontanato con la scorta dopo le 21 mentre fuori fan e giornalisti ancora lo aspettavano.