Bisognerà, prima o poi, inserire Salerno tra le capitali della politica italiana. Altro che Roma, Nusco o Ceppaloni: qui c’è il vero laboratorio geopolitico più curioso del bel Paese. Anche stavolta, naturalmente, c’è lo zampino (o l’intuito, fate voi) del deputato sindaco Vincenzo De Luca. La vicenda più nuova e divertente riguarda la Rosa nel pugno. Se a livello nazionale la crisi tra radicali e socialisti è palbabile, a Salerno è scattata già la scissione. I socialisti, infatti, hanno deciso di fare da sé e sono stati richiamati dalle sirene di De Luca, accettando di fatto di entrare in giunta.
Vinte le elezioni con due liste civiche, subito dopo il sindaco diessino ha iniziato una ampia manovra di corteggiamento nei confronti di Sdi e Udeur. E nonostante la durissima campagna elettorale che ha visto i due partiti sostenere l’antagonista di De Luca, il diellino Alfonso Andria. Si può dire che è ormai acqua passata. Corteggia oggi, corteggia domani, alla fine i partiti di Clemente Mastella ed Enrico Boselli hanno finito per accettare l’offerta, anche se manca ancora l’ufficializzazione dell’ingresso in giunta. Una scelta che sta facendo aprire gli occhi a parecchi: pare infatti che anche i verdi, tra i più acerrimi nemici di De Luca alla vigilia delle elezioni, potrebbero alla fine entrare nel governo cittadino.
Lui, De Luca, uno che sa come va il mondo, fin dall’inizio aveva capito che non ci sarebbe voluto chissà cosa per tirarli dentro. Per questo, due settimane fa, ha varato una “giunta ridotta”, composta da appena sei assessori. Già allora immaginava la chiusura degli accordi con gli ex nemici. Appena formalizzati, non dovrà fare altro che spogliarsi di qualcuna delle deleghe che ha tenuto per sé, e assegnarla alle new entry. Sarà così per l’Udeur, dove gia scalpita in pole position Wilma Fezza.
Quanto ai socialisti, abbiamo già detto: senza pensarci due volte, hanno praticamente scaricato i compagni radicali che di imbarcarsi con De Luca non ne vogliono proprio sapere. Per lo Sdi, nessun problema. Qualche giorno fa, il vice presidente della Regione Campania, Gennaro Mucciolo, che ha personalmente portato avanti le trattative, ha spiegato chiaro e tondo che lui parla e agisce da rappresentante dello Sdi mica della Rosa nel Pugno. A suo avviso, il progetto radical socialista non è in una fase di stagnazione: è ormai concluso per sempre. Con buona pace di chi, a livello nazionale, ancora si sbraccia e si agita per la causa comune.
Naturale che il patto Sdi-De Luca non piaccia ai radicali salernitani. ”E’ politicamente inaccettabile – tuona Michele Capano -. Lo Sdi visto non si è presentato come tale alle elezioni. Un chiaro atto di ostilità nei confronti della Rosa nel pugno». Il suddetto patto, però, è stato già siglato e perfezionato. Manca solo la bolla finale, ed è questione di ore, poi, via liscio come l’olio. In giunta dovrebbe entrare non l’ex assessore (e super votato per il consiglio comunale) Marco Petillo ma Enzo Maraio, per evitare che per il gioco delle incompatibilità si liberi il posto in consiglio comunale proprio per Capano, non eletto per un soffio: e risultato il primo degli esclusi. Da qui l’idea di dare un posto da assessore a Maraio, secondo dei non eletti della Rosa. Insomma, via i radicali e dentro i socialisti. Questa è Salerno: in appena un mese, gli amici sono di ventati nemici (e viceversa).