RADICALI ROMA

"Sei del mondo", storie di vita immigrata

E’ brutto non sentirsi parte di una patria” “Dai…sei del mondo”. Nasce da questo velocissimo scambio di battute il bel documentario realizzato dai ragazzi dell’istituto tecnico industriale “Galileo Galilei” di Roma. L’idea è semplice: riprendere una decina di studenti “stranieri” dell’istituto, farli parlare di come sono arrivati in Italia, della vita che fanno i genitori, di come sono riusciti a integrarsi nel loro gruppo di amici. E loro, fra un’interrogazione, una risata e una session di musica, si fanno seri, iniziano a parlare, a riflettere su se stessi. E a raccontarci realtà lontane dalla nostra esperienza quotidiana. Come Billi, dal Congo, figlio di un rifugiato politico che a Padova si era sentito solo e a Roma mai, “è come se sto in famiglia”, o Nasa, nigeriano, bloccato da un poliziotto che gli ha frugato nello zaino a muso duro, mentre lui era in giro da solo, una sera. C’è Boyan, bulgaro, 19 anni, che ha visto infrangere il suo sogno per la mancanza di permesso di soggiorno: la squadra di Santa Maria delle Mole, in cui era entrato, lo ha dovuto mandare via perché dopo un anno ancora non aveva i documenti in regola (non per colpa sua). “I ragazzi italiani sono simpatici ma a volte un po’ maleducati, soprattutto con i genitori”, dicono alcuni dei ragazzi. Per il resto, alla proiezione del documentario sono tante risate e i compagni di classe applaudono scherzosamente i protagonisti del video come fossero star del cinema.
“L’espressione “gente meno fortunata di noi” non è un modo di dire logoro, è qualcosa che si tocca con i numeri – ha detto ai ragazzi Claudio Cecchini l’assessore alle politiche sociali della Provincia di Roma (che ha finanziato la produzione del documentario) – significa nascere e avere 80 piuttosto che 40 anni di vita davanti. E la politica, anche quella degli enti locali, ha il dovere di fare qualcosa qui, favorendo l’integrazione di persone che partono da situazioni di svantaggio”.