RADICALI ROMA

Senato, la giunta vota sui seggi contestati Cdl tentata dal «sacrificio» per Pannella

  Oggi l’Unione riprova a far dimettere 8 parlamentari, tra ministri e sottosegretari, dalla carica di senatore: una scelta, questa, dovuta all’esigua maggioranza ottenuta a Palazzo Madama dove il centrosinistra non può permettersi presenze a mezzo servizio. Unica eccezione il Guardasigilli, e leader di partito, Clemente Mastella, che ha ricevuto il placet da Prodi. Ma per tutti gli altri vale l’incompatibilità.

 

 

 

 Dopo due tentativi falliti (a luglio e settembre, al voti dell’opposizione si sono aggiunti quelli di una decina di franchi tiratori che hanno respinto le dimissioni dei colleghi facendo passare solo quelle del sottosegretario Alberto Maritati), cambia la strategia: ora si passa allo «spezzatino» per evitare che il pacchetto di dimissioni troppo pesante finisca per confondere le acque. Stamattina, dunque, verranno messe ai voti le dimissioni del ministro ds della Sanità Livia Turco (che in Piemonte dovrebbe lasciare il posto a Renato Cambursano della Margherita) e quelle di Luigi Malabarba (Prc) che in Liguria farebbe posto a Haidi Giuliani, la mamma del ragazzo ucciso nel 2001 durante il G8. Non è un caso che si parta da qui: la Turco, che pure non ha perso una seduta del Senato, ha intenzione di dedicarsi esclusivamente al ministero mentre Malabarba ha quasi supplicato anche all’opposizione di essere dimesso. Così, solo una volta superata la prova di oggi, poi si passerà al sottosegretario Vernetti, al viceministro Danieli, a Giarretta, alla Magnolfi e a Bubbico.

 

 

 

  Il rimpiazzo degli 8 membri del governo è collegato, poi, alla vicenda degli 8 seggi contestati dalla Rosa nel Pugno, dall’Italia dei Valori, dal Nuovo Psi e da altri «partitini» che hanno fatto ricorso dopo le elezioni. Se venisse accolta la tesi degli esclusi, entrerebbero al Senato anche Marco Pannella e altri 3 esponenti della Rosa nel Pugno che fanno sì parte della maggioranza ma che per l’Unione potrebbero rappresentare un’incognita dal punto di vista della disciplina di voto. Stamattina, la giunta delle elezioni potrebbe votare la relazione di Roberto Manzione (Ulivo) che giudica «non manifestamente infondato» il ricorso. La maggioranza ha un senatore in più in giunta ma i due del Prc potrebbero non partecipare al voto. Resta da vedere, dunque, cosa farà la Cdl, tentata di rimescolare le carte al Senato con l’ingresso di Pannella pur sapendo che il centrodestra perderebbe un senatore fedele. Chi rischia è Cosimo Izzo (FI) che in Campania lascerebbe il posto a Carmelo Conte (Nuovo Psi). Ma Izzo è anche membro della giunta: tanto che il suo voto, forse, potrebbe essere quello decisivo.