RADICALI ROMA

Si continua a impedire che si possa manifestare la piu’ grande questione sociale del paese. Tre giorni di digiuno di “dialogo”. Tutto dipendera’ da quanto dai media saranno fatti conoscere i limiti e la fondatezza di questa urgenza.

Amnistia, vero, grande, problema sociale

Il problema dello stato delle carceri italiane e della giustizia, ha sostenuto tra l’altro Marco Pannella, costituisce il vero, grande problema sociale italiano, sottolineando come persista tuttora la sostanziale risposta negativa da parte della sinistra, ma anche del Governo, che “persistono nel comportamento volto a continuare a impedire che si possa manifestazione quella che è la più grande questione sociale del paese”. Pannella ha poi aggiunto che “tutto dipenderà quanto nei media saranno prese in considerazione e fatte conoscere i limiti e la fondatezza di questa urgenza di affrontare attraverso lo strumento dell’amnistia e dell’indulto l’avvio di soluzione pratica di questa che da enorme questione sociale è ormai diventata a dichiarazione del Consiglio d’Europa, un attentato allo stato di diritto in Italia”.

Pannella ha anche sottolineato un aspetto drammatico: “Nel sistema carcerario italiano quasi ogni giorno viene messo a morte un detenuto per assenza di rispetto della legge dei doveri della rieducazione e socializzazione dell’istituzione, e dei diritti vitali di quel detenuto, realizzando in tal modo un omicidio a mio avviso quanto meno preterintenzionale. Gli stessi dati forniti dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria dicono che la percentuale dei suicidi sia il 19 per cento in più di quel che accade ‘fuori’ del carcere, e in genere sono giovani, ragazzi che devono uscire dopo poco tempo, quasi mai sono i ‘vecchi’ detenuti, quelli che convivono con la condizione carceraria. Ebbene: ogni suicidio, per me, è almeno un sospetto delitto, una forma di omicidio, di assassinio lungamente premeditato”.

Che la massima questione sociale italiana oggi sia quella della giustizia, dice Pannella, lo documentano, per esempio, i dati forniti dal Procuratore Generale della Corte di Cassazione Francesco Favara quando apre l’Anno Giudiziario: “…Oltre nove milioni di processi penali; ognuno di loro riguarda per un verso o per l’altro almeno cinque persone. Poi ci sono i processi civili… Ecco perché, in dieci anni il problema giustizia e il non funzionamento della giustizia, al di là di quel che accade nel carcere, è diventato un drammatico problema sociale. Non per un caso la giurisdizione europea condanna 180 volte l’Italia in un anno”.

I silenzi di Prodi, Epifani, Fassino, D’Alema…

Denuncia Pannella: “L’occultamento di questa situazione come grande problema sociale è totale. Non c’è stata una manifestazione, una mobilitazione. Ieri non c’è stata quando si trattava delle centinaia di migliaia di “fuorilegge del divorzio”, e poi per le centinaia di migliaia di donne che venivano massacrate e uccise dall’aborto clandestino. Ci hanno lasciati soli anche quando Emma Bonino, Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia venivano arrestati. Non una manifestazione di massa, allora; non una ora. Eppure è questione drammaticamente urgente. Se in carcere la percentuale dei suicidi è superiore del 19 per cento in più che “fuori”, significa che c’è un ‘di più’ di almeno il 50 per cento delle violenze in genere, dentro le mura dei penitenziari. E’ o no un problema sociale? Glielo dici, glielo ripeti, fingono di non sentire. E allora ecco, digiuno. Romano Prodi, Guglielmo Epifani, Piero Fassino, Massimo D’Alema, tutto lo stato maggiore della sinistra…non rispondono. Ecco: i tre giorni di digiuno è perché la risposta la diano. Anche se la risposta la danno, nei fatti con il loro silenzio, ed è no: non si fa nulla perché hanno paura di affrontare la questione, il problema. Noi chiediamo che sia finalmente liberata la possibilità di esprimersi su questa urgenza…”.

La questione dei poteri, sequestrati, del presidente della Repubblica in materia di grazia

Pannella ha inoltre aggiunto che “alla questione della giustizia e dell’amnistia ne è legata un’altra, quella per la ‘liberazione’ dei poteri, sequestrati, del presidente della Repubblica, che finora viene ingannato; c’è infatti un manifesto calcolo, studiato da mesi, per impedire al presidente della Repubblica di essere messo in condizione di fare quel decreto di grazia a favore di Adriano Sofri che il presidente ha dichiarato di voler fare già nel gennaio del 2002. Quello che si vuole impedire è che Sofri possa diventare candidato di quel centro sinistra, che come sulla marcia di Natale per l’amnistia, ha il “vizio” di far finta di non capire e non accorgersi delle cose. Da luglio spiego perché sia utile e necessario proclamare e offrire a Sofri la candidatura in più liste. La risposta che viene data è: non è candidabile. E’ una risposta indecente. Mi chiedo che cosa aspettino a dire la loro, a intervenire, a reagire a questa situazione coloro che da anni operano nella prospettiva della grazia e della liberazione di Sofri…”.

Legge elettorale, legalità, caso Italia. Pregiudicata la possibilità di partecipare alle elezioni per le liste della Rosa nel pugno…

Pannella ha anche affrontato la questione relativa riforma della legge elettorale in discussione al Senato, una riforma che penalizza solamente La Rosa nel Pugno, che sarà costretta – unica fra i vari attori politici – a dover raccogliere centinaia di migliaia di firme autenticate e certificate, per poter depositare le liste:
“Il problema”, ha detto Pannella, “non è tanto la raccolta delle firme, quanto il sostanziale impedimento a poter competere alla competizione elettorale che viene posto in essere. Per dieci anni, fino alle ultime elezioni, noi radicali abbiamo sostenuto che il gioco democratico, era totalmente manipolato ed illegale. Non più come nel passato al momento del voto, con brogli e falsi; piuttosto manipolando le regole, ed impedendo la presentazione di forze nuove e “altre”: da anni abbiamo detto che la raccolta delle firme era truffaldina, perché in tanti casi le firme erano semplicemente false; ma perché in ogni caso, false o autentiche che fossero, erano state raccolte sotto liste inesistenti, e questo era una truffa, la legge impone che le firme siano raccolte sotto le candidature. Non è mai accaduto, tutti lo sanno, tutti fanno finta di nulla. Le stesse procure della Repubblica, di fronte alle nostre denunce e alle notizie criminis documentate dalle cronache giornalistiche, non ha mosso un dito, un comportamento doloso. E così per anni le elezioni sono state adulterate. Ora hanno escogitato un sistema diverso: hanno abolito l’obbligo per ‘loro’ e lo ’hanno mantenuto solo per noi. Se le cose non cambieranno, e dubito che muteranno, dovremo formare le liste almeno un mese e mezzo prima degli altri, e raccogliere migliaia di firme in tutta Italia, mentre gli ‘altri’ potranno depositare le loro liste con comodo, come e quando vogliono…Ecco questo è un impedimento attivo e scientifico alla Rosa nel pugno e ai radicali di poter concorrere alla campagna elettorale”. Temo, ha detto Pannella di “essere solo o quasi solo nel valutare in questo modo la questione della legge elettorale; gli stessi compagni dello SDI mi pare la avvertano e vivano anche loro allarmati, ma in modo diverso. E’ un pericolo, significa sottovalutare il livello dello scontro che è altissimo”.

Tre urgenze e gli impegni dei prossimi giorni.

Pannella ha poi tracciato una sorta di scadenzario politico per i prossimi giorni.
1) Marcia di Natale per “Amnistia, Giustizia, Libertà”.
2) La questione relativa ai diritti e alle prerogative della presidenza della Repubblica (potere di grazia in particolare)..
3) La questione della legalità e la possibilità per le liste della Rosa nel pugno di poter partecipare alle elezioni politiche.

Il progetto politico
Fortuna, Blair, Zapatero. I ritardi, le assuefazioni…

Infine Pannella ha osservato che il progetto politico riassunto in “Fortuna, Blair, Zapatero”, con il passare del tempo rischia di farsi evanescente, “ci si sta assuefanno e non lo si vive come tale. Non siamo riusciti ad evitare che si sia perso tempo con la storia dell’unità socialista, che ha fatto precipitare SDI, Nuovo PSI e altri per giorni e giorni in lotte fratricide…Si doveva tagliare la testa al toro e puntare sulla Grande Riforma Socialista. Rispetto a questo ho l’impressione che i compagni dello SDI stiano sottovalutino il problema. Stiamo perdendo tempo: bisogna avere il coraggio di dire che Blair e Zapatero si giustificano come statisti viventi socialisti di riforme socialiste, e dall’altro Fortuna, con le sue opere. E’ una debolezza che posso permettermi di indicare tanto più in quanto vedo la straordinaria adeguatezza delle posizioni assunte da Boselli, Villetti e da altri compagni. C’è la necessità e l’urgenza di reazioni più nervose di quelle che si potevano immaginare fino a “ieri”. Dobbiamo accelerare questo processo”.