RADICALI ROMA

Siamo noi il movimento più efficace per la vita

 

Daniele Capezzone, in materia di legge 194, come segretario dei Radicali, lei è «l’altra campana» ideale. Laicamente parlando, s’intende. Da dove inizia a suonare?
«Iniziando col dire che le prime a essere consapevoli che l’aborto è un dramma sono le donne che lo affrontano. Quindi mi piacerebbe che tutti smettessero una buona volta di colpevolizzarle e umiliarle».

Concetto che del resto è un vostro cavallo di battaglia storico…
«Certo, anche perchè lo possiamo dire a testa alta:  Daniele Capezzone, in materia di legge 194, come segretario dei Radicali, lei è «l’altra campana» ideale. Laicamente parlando, s’intende. Da dove inizia a suonare?
«Iniziando col dire che le prime a essere consapevoli che l’aborto è un dramma sono le donne che lo affrontano. Quindi mi piacerebbe che tutti smettessero una buona volta di colpevolizzarle e umiliarle».

Concetto che del resto è un vostro cavallo di battaglia storico…
«Certo, anche perchè lo possiamo dire a testa alta: il movimento più efficace per la vita siamo noi”,
 
Se la sentono oltre Tevere…
“Eppure è così. Nonostante noi stessi consideriamo la 194 una legge imperfetta e per certi versi ipocrita, le cifre ufficiali ci dicono che ha contribuito a ridurre gli aborti legali del 44 per cento e addirittura del 79 per cento quelli illegali. Siamo noi che abbiamo governato e ridotto il fenomeno aborto rispetto alla precedente situazione di illegalità, con tutti i rischi che comportava per la donna”.
 
Quindi lei dice che ora bisogna andare oltre. E cioè, in che direzione?
«Per ridurre ancora il fenomeno, per abbattere ancor più questa piaga, bisogna andare avanti con le campagne sulla contraccezione… Ma dico io, è mai possibile che sia così difficile anche soltanto parlarne, di questi temi, in televisione o nelle scuole?».

Quale contraccezione?
«Anzitutto quella di emergenza, con la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, che consente di intervenire a 72 ore dal rapporto e che molti ahimè confondono ancora con quella abortiva, la Ru486».

A proposito della quale…
«Io ripeto di non capire che senso abbia proibire un ritrovato utilizzato in tutto il mondo e che in Europa siamo soltanto noi, il Lussemburgo, l’Irlanda e il Portogallo a non riconoscere. Qualcosa che perlomeno non aggiunge alla sofferenza dell’aborto gli ulteriori rischi dell’anestesia totale, di possibili infezioni o lacerazioni uterine».

E invece?
«E invece, mentre io mi aspetterei una riflessione pacata e magari un’azione informativa sui rischi rivolta soprattutto alle giovanissime o alle immigrate, oggi le più esposte…».
Perché più esposte?

«Perché sono davvero sole e perchè per loro, oggi, l’aborto clandestino ha assunto forme terribili, peggiori dei ferri da calza e del prezzemolo delle antiche mammane pre-194. Qui si parla di Ru486 artigianali, devastanti, fatte in casa con farmaci antiulcera».

Mi scusi, l’avevo interrotta. Eravamo al suo «invece»…
«Invece che una riflessione pacata assistiamo a una crociata di cui nessuno sentiva l’esigenza, o sentiamo parlare di commissioni d’inchiesta. La verità è che vogliono togliere anche quel po’ di legalizzazione e riduzione del fenomeno portata dalla 194. Che ci rispondano, su questo punto, anzichè fare una campagna elettorale o puntando a trasformare i consultori in tanti “Ballarò”.