RADICALI ROMA

Socialisti, radicali, e due poli.

Ieri Stefania Craxi a tre giorni dal con gresso del Nuovo Psi ha lanciato un vibrante appello ai socialisti a non cambiar fronte, a restare nella Casa delle libertà pur sapendo che lo spazio per un riformismo liberale al suo interno è quello che è, ma apertamente dichiarando che finché non cambierà gruppo dirigente ds non è possibile per chi voglia rappresentarsi come erede della linea craxiana allearsi con chi la deprecò e distrusse. E’ auspicabile e opportuno che nessuno intenda affondare il coltello nei rapporti tra i due fratelli Craxi, e comunque io rispetto la fierezza di Stefania come le convinzioni di Bobo. Continuo allora nel mio ragionamento, apparentemente terra terra. E’ utile, giusto e opportuno, che a maggior ragione con la nuova legge elettorale proporzionale veda la luce un soggetto radical-socialista che consenta non solo il più che auspicabile rientro in parlamento di eletti del partito radicale ma radichi anche una propria autonomia rispetto alle stesse evoluzioni delle maggiori forze del centrosinistra. Questo letteralmente dichiarano di voler fare Boselli e i radicali, e vanno presi in parola. E’ altrettanto comprensibile che socialisti come Stefania Craxi e radicali come Benedetto Della Vedova si considerino irriducibili a un’alleanza con il centrosinistra attuale e sulla base di una propria scelta identitaria non si “anneghino” nella casa delle libertà, ma ne costituiscano articolazioni nuove. In questo caso, per quanto paradossale possa sembrare, le ragioni di una scelta non elidono quelle dell’altra. Il tempo e i successivi sviluppi, nel parlamento proporzionale, daranno daranno trama a chi ha più filo da tessere. Meglio avere riformisti, socialisti liberali e radicali da ambo le parti, che da una sola o peggio ancora da nessuna.