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Sondaggio: Vasta maggioranza degli israeliani vuole che Israele entri nell'UE

Da due recenti sondaggi pubblici è emersa una fotografia complessa ed ambivalente di come gli israeliani percepiscono l’Unione Europea. I sondaggi, che ponevano dei quesiti comuni centrali, sono stati effettuati a febbraio e dicembre 2003 dal Dr. Mina Zemach del Dahaf polling Institute per le Delegazione della Commissione Europea in Israele.

L’ultimo sondaggio, effettuato nel dicembre 2003 ha rivelato che un’enorme maggioranza degli israeliani sostiene (60%) o tende a sostenere (25%) l’idea che Israele dovrebbe inoltrare domanda per l’appartenenza all’Unione Europea. L’80% circa crede che l’UE sia avere uno sviluppo positivo per il mondo e una percentuale ancora più alta (90%) crede che le relazioni di Israele con l’UE siano importanti. Inoltre, un’ampia maggioranza degli israeliani (61%) pensa che Israele non stia facendo abbastanza per promuovere le relazioni con l’UE. Anche i valori morali e culturali europei riscuotono un discreto successo tra gli israeliani. Comunque, a livello emotivo, la maggior parte si sente disinteressata verso l’Europa e non esprime pareri né positivi né negativi nei suoi confronti.
Mentre due terzi degli israeliani pensano che le relazioni complessive con gli Stati Uniti siano più importanti di quelle con l’UE, soltanto una piccola maggioranza (55%) ritiene che i rapporti economici con gli USA siano più importanti (e questo nonostante il fatto che l’UE sia il partner economico più grande d’Israele).
Quando si tratta di valutare le posizioni dell’UE in merito al conflitto israelo-palestinese, una maggioranza significativa (74%) pensa che il comportamento dell’UE verso Israele sia sleale, schierandosi con i palestinesi. Tuttavia, la metà circa degli intervistati (49%) è favorevole al coinvolgimento dell’UE nel processo di pace e ciò è dovuto soprattutto alla percezione per cui l’Europa può essere presa come esempio di soluzione dei conflitti. Una buona maggioranza (60%) crede che l’UE non denunci mai, o lo faccia raramente, gli attacchi terroristici. Il 55% degli israeliani sostiene che gli aiuti dell’UE versati all’Autorità Palestinese mirino ad impedirne la fine, ma tra costoro, meno della metà (44%) pensa che questo aiuti Israele. Tre quarti degli israeliani vedono una collegamento tra il comportamento di Israele nello scenario bellico e le sue realzioni commerciali con l’Europa. Il 59% non scartano la pôssibilità che l’UE imponga in futuro sanzioni economiche ad Israele (la leadership europea non ha mai minacciato Israele con sanzioni economiche).
Una vasta maggioranza degli israeliani pensa che almeno la metà delle critiche mosse dall’UE ad Israele sia ingiustificata. Comunque, solo una piccola minoranza (16%) crede che queste critiche riflettano la posizione generale europea verso Israele. La ragione principale delle critiche avanzate ad Israele riguarda l’interesse europeo nei paesi arabi, piuttosto che la compassione per i palestinesi o per princìpi morali.
La stragrande maggioranza degli israeliani (92%) pensa che sia importante migliorare l’immagine d’Israele in Europa e i tre quarti circa pensa che Israele dovrebbe rispondere alle critiche europee. Le due strade più consigliate che Israele dovrebbe seguire sono quella di fornire più informazione e di rafforzare il dialogo tra gli opinionisti europei ed israeliani. Una sottile maggioranza, inoltre, pensa che i media israeliani diano un’insufficiente copertura mediatica circa l’UE.
Il paragone tra i sondaggi di febbraio e dicembre 2003 denota significativi spostamenti nell’opinione pubblica israeliana verso una percezione dell’Europa più positiva. Per esempio, nel dicembre 2003 sono aumentati gli israeliani che vedono l’UE come un importante tesoro per il mondo (dal 75% all’80%); sono aumentati coloro che danno maggior importanza alla leadership attuale (dal 77% all’85%) e sono cresciute anche le impressioni positive nei confronti dell’Europa (da 5.6 a 6 punti). Nel dicembre 2003 una percentuale inferiore riteneva che le relazioni con gli Stati Uniti contribuissero più di quelle con l’UE (dal 62% al 55%); trovava un cambiamento negativo nell’approccio dell’Ue con Israele (dal 59% al 39%) e riteneva che l’aiuto finanziario dell’UE ai palestinesi danneggiasse gli interessi israeliani (dal 64% al 55%).

Traduzione a cura del PRT.