RADICALI ROMA

Stadio Roma, Magi (Radicali): "Progetto privo di interesse pubblico e garanzie, pensare alternative"

“La discussione e il voto sulla delibera dello stadio della Roma si sono svolti in un clima poco rispettoso del ruolo dell’Assemblea capitolina, ed è proprio per rispetto verso le istituzioni che ho voluto garantire, con la mia presenza in aula, il numero legale, costantemente a rischio, sebbene abbia votato contro la delibera”, lo ha dichiarato oggi ai microfoni di Radio Radio, il consigliere comunale Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani. “Se però il dibattito e il dissenso hanno ancora senso in democrazia, voglio spiegare le ragioni del mio no che ieri in Consiglio non ho potuto illustrare. La prima – ha spiegato Magi – riguarda direttamente i tifosi: in Europa le grandi squadre di calcio hanno trovato nello stadio un’importante fonte di profitto e risorse da investire, la Roma invece non avrà mai questa possibilità, poiché lo stadio non sarà di proprietà del club che invece dovrà pagare un canone annuale. La clausola che impegna anche eventuali futuri proprietari dell’impianto a mantenere l’AS Roma come utilizzatore prevalente conferma questa criticità. Un altro aspetto che mi ha spinto a esprimere voto contrario – ha continuato il consigliere radicale – riguarda l’interesse pubblico dell’opera su cui non c’è alcuna garanzia, a cominciare dalle infrastrutture complementari di trasporto pubblico locale su ferro che dovrebbero garantire ad almeno la metà degli spettatori di raggiungere l’impianto. Sul potenziamento della ferrovia Roma-Lido, o il prolungamento della metro B, ad esempio, non è stato fatto nemmeno uno studio di fattibilità e sono talmente tanti i soggetti proprietari e gestori chiamati ad esprimersi che probabilmente non si faranno mai. La verità è che lo stadio si colloca all’interno di una procedura urbanistico sbagliato, si sarebbe dovuto prevedere un accordo di programma e non una convenzione proprio per tentare di garantire la contestualità della realizzazione delle opere pubbliche e dello stadio. Inoltre, l’Amministrazione non ha verificato che il Business Park sia effettivamente collocabile sul mercato per sostenere le spese del progetto e non diventare l’ennesimo complesso di immobili sfitti, come ce ne sono già troppi a Roma. E poi non c’è alcuna garanzia sulla disponibilità delle aree, andranno fatti degli espropri e questo sicuramente comporterà ritardi. Su questo punto l’Assemblea Capitolina ha approvato ieri un mio Ordine del giorno che impegna il Sindaco e la Giunta “affinché, entro 30 giorni dall’approvazione della delibera, venga dato avvio al procedimento espropriativo. Di sicuro c’è solo che, contrariamente a quanto si dice, Francesco Totti non giocherà mai sul prato del nuovo stadio della Roma. E questo non avverrà certo per colpa di chi avanza delle legittime perplessità su un progetto con troppe incognite. Perché, alla luce di tutte queste incognite, non ragionare su soluzioni alternative che offrano maggiori garanzie ai tifosi e tempi più rapidi, magari riutilizzando aree in disuso?”, ha concluso Riccardo Magi.