ROMA – Il ministro della Salute Storace modificherà il decreto del 1997 per limitare l’acquisto all’estero della pillola abortiva. «Si sta cercando di aggirare le norme – ha detto il ministro, a Firenze per la consulta della salute di An -. Ne è esempio la Toscana per la pillola abortiva. Saranno poste condizioni più stringenti». «All’atto del nulla osta – ha aggiunto Storace – gli uffici chiederanno le motivazioni cliniche ed epidemiologiche a tutela della salute delle donne perché c’è chi sta scherzando con la loro salute. Deve esserci una necessità, un bisogno oggettivo, non può essere una materia politica. Solo in Toscana c’è questo bisogno». E parlando del «caso Toscana» il ministro ha detto: «Dal 1997 al 31 dicembre 2004 ci sono state, in media, diecimila confezioni di farmaci arrivate in Italia, ma mai una confezione di pillola abortiva. Si è scatenato tutto nel 2005: per la Ru486 il 90% delle procedure di acquisto è venuto dalla Toscana, e il 55% dallo stesso medico (Massimo Srebot, ASL5 di Pisa, ndr). La Toscana è la regina dell’incentivo all’aborto».
VISITE AGLI IMMIGRATI – Storace ha annunciato anche una novità che riguarda gli immigrati che entrano nel nostro paese. «Accanto al permesso di soggiorno vogliamo verificare le condizioni di salute di chi arriva in Italia – ha detto -. Stiamo ipotizzando una visita medica non per cacciare chi sta male, ma per curarlo. Questo è un dovere di uno Stato civile». Storace ha poi specificato che «si tratterà di test specifici per le persone che arrivano in Italia con i permessi di soggiorno. È ovvio che ci sarà chi strillerà – ha concluso Storace -; a sinistra non capiscono niente di queste cose. È un modo di dare un’ ulteriore garanzia ai cittadini italiani e agli immigrati».
30 gennaio 2006