RADICALI ROMA

SUGLI OMOSESSUALI LA CHIESA NON È EVANGELICA: LETTERA APERTA DI 19 PRETI DEL QUÉBEC

Disaccordo totale con l’atteggiamento manifestato dalla Chiesa sulla questione degli omosessuali: lo esprimono, in una lettera aperta pubblicata il 26 febbraio scorso sul quotidiano canadese La Presse, diciannove sacerdoti del Québec, tutti appartenenti al Forum André Naud, intitolato al teologo consultore al Concilio Vaticano II, deceduto nel 2002, che aveva espresso forti critiche sulla dottrina dell’infallibilità papale, soprattutto su temi di morale sessuale.
L’idea di una lettera aperta – la cui paternità spetta al parroco Claude Lefebvre, fratello del saggista cattolico Jean-Paul Lefebvre (autore recentemente di una lettera al papa; v. Adista n. 80/2005) – è nata dopo una presa di posizione della Conferenza episcopale del Canada (Cecc) contro il matrimonio omosessuale (oggetto della legge C-38), l’anno scorso, e dopo la pubblicazione da parte del Vaticano dell’Istruzione riguardante l’ammissibilità o meno al sacerdozio di seminaristi gay (v. Adista nn. 84 e 86/05). Nel loro intervento, i vescovi canadesi affermavano tra l’altro che i cattolici, anche politici, che hanno promosso la ridefinizione più ampia del matrimonio comprendendovi le unioni omosessuali “sono in contraddizione con l’insegnamento della Chiesa”.
Firmata, tra gli altri, dal parroco della diocesi di Joliette Raymond Gravel, già noto per le sue posizioni critiche nei confronti della morale sessuale vaticana, e dal cappuccino Benoît Fortin, da decenni impegnato negli ambienti popolari del Québec, la lettera parte dal presupposto che la Chiesa “non detiene la verità sull’essere umano”, e che vi possono essere posizioni diverse sul tema in questione. Anche tra i firmatari stessi della lettera “c’è chi è a favore del matrimonio omosessuale, e chi è contrario – afferma Gravel su La Presse – ma ciò che ci unisce è la nostra opposizione al linguaggio che il Vaticano usa contro gli omosessuali, e la tiepidezza dei nostri vescovi nel prenderne le distanze”. Vescovi che, a quanto consta, hanno dato un’interpretazione elastica dell’Istruzione: secondo quanto riporta La Presse, il presidente della Cecc, mons. André Gaumont di Sherbrooke, ed altri vescovi hanno infatti affermato che la direttiva vaticana intende soltanto garantire che i preti omosessuali restino casti, così come gli eterosessuali.
I sacerdoti che condividono il contenuto della lettera dei diciannove sarebbero molto numerosi, e molti di essi sarebbero impossibilitati a firmarla per timore di rappresaglie da parte dei vertici ecclesiastici, afferma Gravel. “La Chiesa è deprimente, non è evangelica. Il giudizio della Corte Suprema sul matrimonio omosessuale è più evangelico del Documento della Conferenza dei vescovi”.
La lettera è stata accolta con un certo equilibrio dall’episcopato del Québec, come dimostrato dal vescovo di Joliette e diretto superiore di Gravel mons. Gilles Lussier, che non ha mai voluto “imbavagliare” Gravel imponendogli provvedimenti disciplinari, e lo ha anzi difeso. “Faccio regolarmente il punto con padre Gravel – afferma Lussier -. Non metto in dubbio il suo amore per la Chiesa e non credo che rimetta in discussione la dottrina, per quanto il suo tono sia forse aggressivo e da pamphlet”. Certo, sarebbe stato meglio un dibattito all’interno della Chiesa, più discreto (lo ha affermato anche il vescovo di Longueuil, mons. Louis Dicaire): ma Gravel “ha imparato a lavorare con i media, e a parlare secondo le regole del gioco”.
Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera dei 19 preti, in una nostra traduzione dal francese. (ludovica eugenio)