Sulla vita e sulla morte, nell’epoca della riproducibilità del vivente, bisognerebbe usare toni moderati, parole asciutte, menti sgombre, ancorché credenti e cattolici. Come insegna il professor Ignazio Marino, giovane luminare di fama mondiale nel campo della chirurgia dei trapianti. Ospite di Ottoemezzo, il professore ha smontato, pezzo a pezzo, le roboanti e infervorate considerazioni di Giuliano Ferrara.
Su entanasia, aborto, vita e morte, Marino ha spiegato perché è dalla parte del professor Umberto Veronesi. Ferrara ha tentato ogni via per fargli pronunciare una parola di conforto alle sue tesi, ma non c’è stato nulla da fare. Un cattolico praticante come Marino, colmo dei colmi, ad un certa punto si è messo persino a omaggiare Che Guevara.
Così rinfrancati, avevamo lasciato La7 per seguire il dibattito sull’aborto, tema scelto da Mentana per Matrix. Invece, ecco di nuovo il faccione corrucciato di Ferrara. Un effetto-sovrapposizione accentuato dalla presenza di Eugenia Roccella e Daniele Capezzone, ospiti frequenti di Ottoemezzo. Nessuna sorpresa dunque se anche l’ascolto di Matrix ha fatto 8 e mezzo per cento di share. Quando poi Mentana ha chiesto a Ferrara un commento sulle posizioni del professor Veronesi, cambiare canale era una via di fuga obbligata.
Peccato affondare un dibattito importante e travolgere nella fossa dell’auditel gli interessanti servizi giornalistici che accompagnavano la discussione sulla legge 194. Vedere i volontari di don Benzi che, di buon mattino, davanti all’ospedale di Modena, piazzano una croce gigante e poi, disponendosi in circolo, recitano il rosario mentre le donne sono in sala operatoria ad abortire, era un ottima immagine di quel che potrebbero diventare domani i consultori presidiati dai movimenti cattolici. Così come rivedere il filmato sulla via crucis dei ragazzi che girano di notte per i pronto soccorso degli ospedali romani, senza riuscire ad avere la pillola del giorno dopo (non quella abortiva, ma quella anticoncezionale), faceva capire come mai, ancora oggi, molte ragazze siano vittime di gravidanze indesiderate.
Dall’aborto alla contraccezione il passo è obbligato. Se il ricorso all’interruzione di gravidanza riguarda i giovani, aiutarli con una martellante informazione, specialmente sull’uso dei preservativi, potrebbe giovare. «Ha mai visto una scuola in Italia con macchinette che li distribuiscono?», chiede Capezzone.
Credendo di sfondare una porta aperta, il segretario dei Radicali se la ritrova invece sbattuta in faccia dal conduttore che sul punto non ha dubbi: «In una scuola che distribuisse i preservativi io non manderei mio figlio», dice Mentana. Come se la vendita nelle scuole significasse obbligo di fare sesso tra i banchi. E, nel caso, meglio avere un anticoncezionale a portata di mano.