RADICALI ROMA

Tanti alla messa di Ruini Ma alla marcia chi ci sarà?

  Ci sono momenti, ad esempio ieri sera alla messa dei politici in San Gregorio Nazianzeno (in prima fila Casini-Letta-La Loggia-Rosso-Giovanardi seduti, Boato in piedi, più distante Rutelli), in cui il sogno di Natale di Marco Pannella si profila come un incubo dickensiano tipo quello di mister Scroodge: nessuno marcerà per l’amnistia tra coloro che sono accorsi numerosi ad ascoltare la dotta e finissima omelia del cardinale Ruini, incentrata sul ministero messianico del Cristo, senza accenni al «gesto di clemenza».

 

 

 

 Ci sono momenti in cui invece pare che il sogno abbia fondamento, che il tema possa levitare da qui a Natale. Con qualche sorpresa, come quella dell’ex capo dello Stato Francesco Cossiga: «Il 25 dicembre parteciperò a una manifestazione pubblica per la prima volta dalla primavera 1946». Allora l’Emerito sfilò in un corteo repubblicano che in via Nazionale si imbattè in un corteo monarchico («fummo caricati e dispersi dai carabinieri a cavallo»). Nel Natale del 2005 «prima andrò a messa, poi da Pannella».

 

 

 

 Nell’ultima giornata di digiuno del leader radicale emergono indicazioni contrastanti. I detenuti di Regina Coeli annunciano lo sciopero della fame. «Digiunano con Pannella 30 parlamentari» titolano le agenzie di stampa; però se ne conoscono solo 3, Franco Grillini dei Ds, Pierluigi Mantini della Margherita e Paolo Cento dei Verdi detto Er Piotta. Riserbo sugli altri 27. Unione e Cdl si sfidano a colpi di comunicato: Prodi, Rutelli e Fassino propongono l’amnistia ma non per i reati di mafia, terrorismo e corruzione; la destra parla di una mossa fatta apposta per farsi dire di no e chiuderla lì. «Faremo la conta di quanti sono i potenti e gli impotenti che il giorno di Natale saranno alla grande Marcia» annuncia Pannella, timoroso che in realtà l’amnistia non la voglia nessuno. D’Alema e Cicchitto dicono che sì, la vogliono, però alla marcia non verranno. Come non verrà Arturo Parisi, che preferirebbe la proposta di Fanfani (nipote) per il condono di pena, «l’unica che ridurrebbe davvero il numero dei detenuti». Nè ci sarà l’apporto logistico della Cgil. «Non credo che riusciremo a organizzare tecnicamente una manifestazione di massa proprio per il giorno di Natale», ha detto il segretario Epifani ad Antonello Piroso di La7. Per poi spiegare nelle conversazioni private che la Cgil si augura una buona affluenza, «però non si può chiedere ai lavoratori di sfilare pure il 25 dicembre». Sostegno politico sì, «compartecipazione» no.

 

 

 

 Ci sarà Andreotti, anche se solo in spirito. «Capitemi: i prossimi sono 87. E poi sono sempre stato un tipo sedentario. Alle marce ci sono infiltrazioni che non si possono controllare. Però faccio parte del comitato promotore. Sostengo Pannella, che talora sbaglia ma talora c’azzecca. Sulla fame nel mondo ci diede la sveglia. E pure sull’amnistia ha ragione lui. Mi sento anche un po’ in colpa: una volta si faceva un’amnistia all’anno, ed era davvero troppo; così nel ’90 fui io a far introdurre lo sbarramento dei due terzi dei voti. Da allora non se ne sono fatte più. Da quando c’è il maggioritario, poi, i due schieramenti non si parlano; sarebbe opportuno lo facessero almeno adesso, per rispetto dei carcerati. Leggo sui rapporti del ministero della Giustizia che la situazione nelle

 

prigioni è intollerabile.Allora non la si deve tollerare». 

 

 

 

Dalle file di An, l’unico spiraglio viene dal ministro della Salute Francesco Storace. «Sull’amnistia sono combattuto. Cuore contro testa. Il cuore mi dice: legge e ordine. La testa mi suggerisce che la questione politica esiste. Certo è dura risolverla sotto elezioni. E non andrò alla marcia, per evitare il rischio di incrociare Prodi». «Da Prodi non ho avuto un cenno, neppure via usceri, e anche Fassino e Chiti non mi vengono al telefono» tranquillizza Pannella. L’unico del centrodestra che gli interessa davvero è il capo, Berlusconi. Risponde il sottosegretario e portavoce Paolo Bonaiuti che «sull’amnistia non prendiamo posizione ufficiale, lasciamo libertà di coscienza, ci affidiamo a quel che dice il coordinatore del partito». L’immagine di Berlusconi che obbedisce a Bondi appartiene al grande genere retorico caro ai lirici greci dell’adunaton, i buoi che saltano tra le onde e i delfini che arano il campo. A stanare il presidente del Consiglio ci prova però il cattolico Renato Farina, vicedirettore di Libero: «Mi piacerebbe spostare di un giorno il nostro solito appuntamento della vigilia di Natale, non più ad Arcore ma alla marcia di Pannella a Roma, magari con le nostre vecchie e amatissime mamme».

 

 

 

 E’ un tam tam che comincia a raggiungere gli intellettuali. Al telefono da Sidney Gianni Vattimo annuncia la sua adesione. Da Basilea Alberto Asor Rosa assicura appoggio: «Alla marcia non posso esserci per motivi privati, ma aderisco. L’amnistia è una questione sociale e politica che si trascina da anni; occorre affrontar1a, l’Unione deve inserirla nel suo programma di governo». Non ci sarà Pietro Scoppola, che deve «approfondire l’argomento», come pure Franco Debenedetti. Marceranno invece Antonio Maccanico ed Emanuele Macaluso che ne scrive sul Riformista. I giornalisti: Mentana, Lerner, Furio Colombo, Costanzo, Lucia Annunziata, Barbara Palombelli, Diaco e Diaconale. Gli attori: Beppe Grillo, Luciana Littizzetto, Claudio Lippi, Massimo Lopez. I preti: don Mazzi, don Ciotti, don Gallo. Amos Luzzatto, presidente delle comunità ebraiche. La risposta è trasversale: Rita Levi Montalcini e i Fichi d’india. Alessandro Forlani, senatore dell’Ude e figlio di Arnaldo: «Conosco le carceri, sono entrato più volte per le ispezioni, e ho visto situazioni indecorose e degradanti». Dice Marco Follini che «la presenza alla marcia dipende da mia moglie e mia figlia, ma il mio sostegno politico all’amnistia è pieno e convinto».

 

 

 

 Anche Mastella è favorevole. «Ma perché ce l’ha chiesto Giovanni Paolo II. Non perché lo chiede Pannella. Anzi, se lo vedo anche a una sola riunione del centrosinistra, me ne vado e non torno più. E a Natale sto a casa mia a cucinare il cardone. Come cos’è il cardone? Non mi ha visto a Porta a Porta? E’ una pianta tipicamente beneventana, che si prepara solo la notte del 24, in brodo, con polpette, uova, cannella…». In effetti ci sono di mezzo le vacanze. De Michelis scioglie la riserva: «Parto per lo Sri Lanka, però ho il volo a Santo Stefano e quindi a Natale marcio». Sì, ma servirà? Cossiga: «L’unico modo perché parta davvero il dialogo tra destra e sinistra e l’amnistia si faccia sarebbe premettere che varrà per tutti, tranne che per Previti e Sofri».