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Teatro ogni sera “sold out” per “Macbeth” “tragedia del tempo umano” come la definisce Gabriele Lavia.

Teatro ogni sera “sold out” per “Macbeth” “tragedia del tempo umano” come la definisce Gabriele Lavia.

 

di Lucio De Angelis

 

Impossibilitato ad esser presente la sera della prima “stampa”, solo a repliche concluse, riesco a scrivere di questo “Macbeth”, una delle tragedie più conosciute ma anche più cruente di William Shakespeare, fatta rivivere nella grande interpretazione di Gabriele Lavia, che ne esegue anche la regia.

 

Una tragedia che ha valicato tempi e spazi infiniti trascinando con sé un’aria di magia, amori, atmosfere tenebrose e sanguinarie impregnate di ambiguità che ora diventano spettacolo dell’incertezza, del dubbio, dell’esitazione e della paura dell’essere uomo, Re o altro.

 

Sul palcoscenico Lavia, maestro del teatro italiano, sempre in grado di indagare i grandi classici in chiave interpretativa originale e mai ordinaria nonostante siano oggetti comuni quelli indossati ed impugnati per trasformarsi in Macbeth, barone di Glamis, generale dell’esercito di Duncan e dunque Re di Scozia: una corona di carta ed una spada d’acciaio, simboli della bramosia di potere e strumenti inquietanti della natura umana.

 

La scrittura shakespeariana prende forma davanti e dietro la scena del Palcoscenico del Mondo – così come ci racconta lo stesso attore – un camerino, col suo specchio, il suo lavandino, l’attaccapanni, le sedie, sulla sinistra del proscenio; sulla destra, una scale, casse, bauli di trovarobato e sartoria. Dietro il sipario, uno spazio vuoto che, di scena in scena,  viene occupato da un letto, uno specchio, un tavolo, le tombe di un cimitero, un muro bombardato. E poi il Palcoscenico del teatro, diverso in ogni città: Roma, Torino, Pisa, Firenze, Venezia, Catania, Ravenna, Piacenza, Savona … sempre palcoscenici diversi ma pur sempre Palcoscenico della Nostra Vita: l’incertezza dell’Essere di Macbeth.

 

Macbeth – continua Lavia –  è la tragedia del tempo umano, lineare; il tempo di una esistenza fatta di “Domani…domani…domani” E’ un tempo fatto di paura. E’ la tragedia del tempo di un Uomo Nuovo condannato al “fare” per “potersi fare”. Re o altro ha poca importanza. Un uomo condannato alla paura di perdere ciò che ha raggiunto col suo “fare” e che vive nella ambigua incertezza di essere qualcosa e non essere mai nulla con certezza. Questo Uomo Nuovo non è portatore di un nuovo modello di realtà, ma il dubbioso interprete di una soggettività in pezzi, pieno di nostalgia per una ontologia smarrita per sempre. “C’è stato un tempo in cui..” dice Macbeth sulla Scena che non è più il Senso dentro cui agire e che non ha più Senso. Il palcoscenico della storia è andato in pezzi e l’Uomo –Attore sulla scena del mondo recita la sua vita come “la favola scritta da un’idiota. Non significa nulla”. Se tutti i riferimenti e i fondamenti sono caduti, tutti i significati e i sensi si vanificano nelle parole vuote di un delirio di pazzi.

 

Il Macbeth è una tragedia, basata su elementi storici, quali il re Macbeth di Scozia, che include le caratteristiche modalità di una morality play. Gli studiosi ne collocano l’ambientazione durante il regno di Giacomo I, e datano la composizione al 1606.

 

Ci sono considerevoli prove che il testo come lo conosciamo sia passato attraverso le modifiche di Thomas Middleton, che inserì alcuni famosi passaggi (come la scena aggiuntiva delle streghe) da un testo scritto da lui stesso, La Strega (1615).

 

Macbeth è una delle opere più famose di Shakespeare, ed è rappresentata in tutto il mondo. Viene interpretata come una storia sul pericolo della sete di potere e sul tradimento degli amici.

 

Lady Macbeth è considerato uno dei più impegnativi ruoli femminili in teatro.

 

Gli attori spesso considerano questa tragedia “innominabile”, e di solito si riferiscono ad essa come alla tragedia scozzese piuttosto che con il suo nome. Pronunciare il suo nome dentro un teatro è considerato un atto capace di trasformare qualsiasi spettacolo in un fiasco.

 

 

TEATRO ARGENTINA

Compagnia Lavia Anagni

Macbeth

 

di William Shakespeare

 

regia Gabriele Lavia

 

con

 

Gabriele Lavia (Macbeth), Giovanna Di Rauso (Lady Macbeth), Maurizio Lombardi (Duncan), Biagio Forestieri (Macduff), Patrizio Cigliano (Malcom), Mario Pietramala (Banquo), Alessandro Parise (Ross), Michele Demaria (Seyton), Daniel Dwerryhouse (Donaldbain), Fabrizio Vona (Lennox), Andrea Macaluso (Angus-Dottore), Mauro Celaia (Cawdor), Giorgia Sinicorni (Strega,Cameriera,Sicario,Vecchia), Chiara Degani (Strega,Cameriera,Sicario,Vecchia), Giulia Galiani(Strega,Cameriera,Sicario,Vecchia)

 

scene Alessandro Camera

costumi Andrea Viotti

musiche Giordano Coràpi

luci Pietro Sperduti