RADICALI ROMA

"Tradite le aspettative delle piccole imprese"

Roma, 13 settembre 2005 – Aspettative disattese, rallentamento economico, riduzione delle esportazioni.
Le imprese del Lazio non possono essere soddisfatte del trend che le PMI stanno attraversando.
Portavoce di questo malcontento è la Federlazio nella persona del suo presidente Massimo Tabacchiera, nonché attuale numero uno di AMA.
I commenti arrivano al termine di una indagine congiunturale sulle Piccole e medie imprese del Lazio relative al 1° semestre 2005 che ha coinvolto un campione di 350 aziende, pari al 10% di quelle associate a Federlazio.
“A queste imprese – spiega Tabacchiera – non abbiamo solo chiesto i dati ma anche le previsioni. Solo un imprenditore può sapere quanti investimenti fa e quanta occupazione possiede”.
Prosegue il presidente di Federlazio: “Il rischio che incombe sulle Pmi è che possa lentamente affievolirsi la speranza, la spinta a crescere, la volontà di scommettere sul futuro”.
Ecco dunque che vengono chiamate in ballo anche le istituzioni: “La Regione Lazio – spiega Tabacchiera – deve porre al centro della sua agenda una politica del credito”.
Definito da Federlazio un semestre di transizione, i primi 6 mesi del 2005 lasciano dunque l’amaro in bocca alle piccole e medie imprese del Lazio.
L’indagine punta il dito sulla recessione tecnica e sull’ elevato prezzo del petrolio.
Anche il PIL del Lazio è in affanno: dopo una crescita dell’ 1,5% nel 2002, si è assistito a un graduale rallentamento negli anni successivi. E anche il numero delle imprese sembra averne risentito: nel secondo trimestre del 2005 il tasso di crescita delle aziende laziali è stato dello 0,64%.
Altalenante anche il settore delle esportazioni: dopo la crescita del 5,5% nel 2004, nei primi tre mesi del 2005 gli export hanno registrato il segno negativo a – 7,1%.
Rallentano anche i livelli produttivi.
Per quanto concerne gli ordinativi invece il recupero sembra essere stato individuato nel settore grafico, mentre è in diminuzione il saldo di quello informatico e metalmeccanico.
Tuttavia, proprio il settore informatico, insieme a quello alimentare, chimico, alimentare e delle costruzioni sembrerebbe tra i più propensi alle assunzioni.
Discorso a parte per la Capitale. “Roma – spiega Tabacchiera – stà andando bene. Veltroni ne fa almeno parlare sui giornali. Ma questa città è controcorrente soprattutto perché c’ è molto Stato, ci sono i ministeri e quindi subisce meno”. Sottolinea tuttavia un neo dell’ economia romana: “Molti tour operator romani stanno chiudendo. Non mi riferisco al turismo di Roma che va benissimo ma a quelle compagnie di viaggio a cui si rivolgono sempre meno romani perchè hanno paura di volare e di andare all’ estero”.
Tabacchiera dice di aver anticipato tre anni fa l’esistenza della crisi economica: “Avevamo rilevato dati in controtendenza con quelli della Regione, Provincia e Comune che davano il Lazio al I° posto nell’ economia. Siamo stati i primi a parlare di recessione. Questo – aggiunge – non è un paese forte. La Spagna stà meglio di noi. La piccola impresa è un fenomeno soprattutto italiano ma bisogna dargli lo spazio di crescere. Ora verificheremo il nuovo semestre 2005 e aspetteremo il documento di programmazione economica della Regione”.
Solo allora la Federlazio sarà pronta a registrare un cambiamento di tendenza.