RADICALI ROMA

Tribunale civile nel caos, lettera a Mastella

Nonostante una riduzione del 39 percento nello smaltimento del carico del tribunale di Roma nell’ultimo quinquennio, i problemi della giustizia civile nella capitale permangono, e le soluzioni invocate dall’Anm di Roma sono quella della creazione di un ‘Ufficio per il processo’ e una significativa riduzione dei riti processuali. Questi temi sono al centro di una lettera aperta inviata al ministro della Giustizia Clemente Mastella dal presidente dell’organo di rappresentanza dei magistrati della capitale Paolo Auriemma e redatta in collaborazione con il segretario di Md Roma Francesco Vigorito ed il componente della giunta distrettuale di Unicost Attilio Palladini. ”Il numero dei procedimento pendenti – si legge nel documento – e’ sceso dalle 322.791 all’inizio del 2001 alle 194.674 alla fine del 2006. Negli anni scorsi il legislatore si e’ limitato ad innovare e moltiplicare i riti in base ai quali svolgere i processi, mentre nessuno si e’ occupato di adeguare personale, mezzi e strutture alle nuove esigenze”.

Con la lettera aperta, l’Anm di Roma segnala al ministro quelli che sono definiti ”i problemi di sempre”. Tra gli altri: ”l’edilizia giudiziaria e’ del tutto inadeguata; la maggior parte dei giudici non dispone di una propria stanza per tutta la settimana; le forniture informatiche sono del tutto obsolete; i giudici continuano a tenere udienza senza la presenza del cancelliere; il giudice deve svolgere l’ulteriore attivita’ di supplenza di controllo dei fascicoli durante l’udienza; il personale di cancelleria, del tutto insufficiente anche rispetto alle previsioni della pianta organica, viene adibito esclusivamente alla gestione degli affari con il pubblico”. Una situazione, quella descritta, che ad avviso di Anm Roma ”produce un’inevitabile ricaduta negativa sulla qualita’ e sulla durata dei processi”. Per i magistrati romani ”e’ dunque ormai improcrastinabile una riforma organizzativa che doti ogni singolo giudice di un apparato strumentale composto da un gruppo di collaboratori qualificati idoneo a sollevarli da tutte le incombenze pratiche che restano estranee alla sua funzione”.

Una soluzione ottimale ai problemi ”dev’essere ricercata nella costituzione di un ‘Ufficio per il processo’, coordinato da ogni singolo magistrato, con specifica indicazione delle risorse materiali e personali di cui ciascun ufficio dovrebbe poter disporre”, ma ulteriore priorita’ e’ quella di ”pervenire a una significativa riduzione dei riti, atteso che la proliferazione di essi ha prodotto unicamente complicazioni ed incertezze applicative, senza apportare alcuna concreta utilita”’. I giudici del tribunale di Roma nella loro lettera dichiarano ”la propria disponibilita’ a partecipare alla elaborazione di un progetto che adegui il sistema della giustizia civile italiano ai livelli degli altri Paesi europei”. ”Questa lettera aperta – ha detto il presidente dell’Anm Roma Paolo Auriemma – e’ un atto di disponibilita’ dei magistrati romani per concorrere al miglioramento della funzione attraverso l’evidenziazione dei problemi e l’apporto di contributi fattivi”.