RADICALI ROMA

Truffa al Comune, inchiesta sui "derivati"

L’articolo di Giulio De Santis pubblicato su Il Messaggero del 2 settembre 2010


Un terremoto provocato dai contratti su derivati potrebbe abbattersi sul Comune di Roma, presunta vittima di sette colossi bancari di livello internazionale. E l’ipotesi del pubblico ministero Paolo Ielo che sta indagando con l’accusa di truffa aggravata sui contratti su derivati stipulati dalla giunta Veltroni con Merchant Bank di calibro mondiale tra il 2003 e il 2007. L’inchiesta procede contro ignoti. Tuttavia le operazioni nel mirino degli inquirenti portano le firme eccellenti dei colossi Ubs, Deutsche Bank, JP Morgan, Morgan Stanley, Dexia, Banca Opi e Barclays.
Operazioni complesse che potrebbero essere state architettate dalle banche per lucrare ingenti commissioni occulte. Il Comune, in ogni modo, avrebbe agito nel rispetto delle regole. Tutti i contratti su derivati conclusi dalla giunta Veltroni avrebbero osservato la normativa in atto con la relativa comunicazione preventiva al ministero dell’Economia. A cui è seguito il silenzio del Ministero che, nel linguaggio della legge, ha il significato di un assenso alle operazione concluse. L’inchiesta sui contratti su derivati stipulati dal Campidoglio muove i primi passi a dicembre del 2009. Da allora sono stati sentiti come persone informate sui fatti i funzionari del Comune e i manager delle banche che si occuparono della stipulazione dei contratti.
Gli inquirenti hanno anche ascoltato diversi componenti dell’attuale amministrazione di centro destra per capire le motivazioni dello smantellamento della struttura incaricata di occuparsi dei derivati creata in passato. Nel corso dell’attività istruttoria la Guardia di Finanza ha acquisito l’intera documentazione in possesso del Comune. A ben vedere, nulla di nuovo nei complicati rapporti tra enti pubblici e finanza strutturata. Presunta vittima “eccellente” di una vicenda analoga sarebbe stato il Comune di Milano, parte lesa nel processo che vede alla sbarra quattro istituti di credito imputati con l’accusa di truffa aggravata per aver indotto Palazzo Marino a sottoscrivere contratti su derivati con esiti disastrosi per le casse comunali meneghine. L’inchiesta sui contratti stipulati dalla giunta Veltroni è il terzo filone investigativo di un indagine complessa nella quale sono finiti nel mirino della Procura anche gli accordi della Regione Lazio con la Lehman Brothers e 540 contratti su derivati sottoscritti dalle Poste italiane con vari istituti di credito.
«L’apertura dell’inchiesta sui derivati stipulati dal Comune fa sperare che si faccia luce su un aspetto della gestione finanziaria che la relazione della Corte dei conti di qualche mese aveva segnalato in tutta la sua gravità», dicono Riccardo Magi, segretario di Radicali Roma, e Lidia Mazzola, presidente dell’Associazione Antigene che puntano il dito contro il sindaco Alemanno, per due anni commissario straordinario al debito della capitale «colpevole di non aver mai denunciato le caratteristiche dei derivati stipulati mentre era sindaco Veltroni». «Al di là dell’indagine in corso – dichiara Federico Guidi, presidente della Commissione Bilancio del Comune credo opportuno approfondire lo scopo di queste operazioni dal punto di vista politico e amministrativo».