RADICALI ROMA

Truffe alle Asl, cinque rinvii a giudizio.

Roma, 4 maggio 2006 – Rinviate a giudizio a Roma cinque persone accusate di concorso in associazione per delinquere nell’ambito dell’ inchiesta sulle truffe alle Asl RmB e RmC. Si tratta di Alberto D’Alesio, Aldo Mencarelli, Anna Nolano, Annalisa e Simona Celotto. Il processo si terra’ il 26 giugno prossimo davanti alla IV sezione del tribunale penale. I cinque fanno parte di un gruppo di 11 indagati coinvolti in un’inchiesta su una ventina di truffe ai danni dello Stato attuate tra il 2002 ed il 2005 tramite fittizi mandati di pagamento per circa dieci milioni di euro per prestazioni sanitarie mai eseguite. A disporre il rinvio a giudizio degli imputati è stato il gup Maria Teresa Covatta che ha accolto le richieste dei pm Giancarlo Capaldo e Giovanni Bombardieri.

Delle altre sei posizioni, il gup ha deciso che due, Paolo Ippopotami e Massimiliano Berardi, siano giudicati con il rito abbreviato l’ 8 giugno prossimo, mentre per altri quattro, Mario Celotto (marito di Nolano e padre di Annalisa e Simona), Alessandro Aureli, Ferdinando D’Alise e Alessandro Visca, è stato disposto lo stralcio. Tutti gli imputati si trovano detenuti o in carcere o agli arresti domiciliari. Personaggi chiave dell’ inchiesta sono Ippopotami e Mario Celotto. Entrambi – si legge nel capo di imputazione – avrebbero agito nell’esercizio della loro ”attività d’ufficio presso le Asl RmB e RmC” nelle vesti rispettivamente di ”dipendente amministrativo delle strutture sanitarie con mansioni connesse alla predisposizione dei mandati di pagamento per prestazioni effettuate e di direttore amministrativo”. In particolare, sarebbe stata svolta ‘‘un’ attivita’ delittuosa consistita nel costituire o rilevare e comunque utilizzare societa’ a responsabilita’ limitata a cui favore delegare, fittiziamente, il pagamento dei mandati di pagamento delle Asl RmB e RmC, intestati a società ignare ed opportunamente falsificati da Ippopotami e da Celotto”.

I pm Giovanni Bombardieri e Giancarlo Capaldo, nel capo di imputazione, hanno contestato, a seconda delle posizioni, oltre al reato di concorso in associazione per delinquere anche le ipotesi di reato di accesso abusivo a sistema informatico, riciclaggio e falso ideologico.
(ansa)