RADICALI ROMA

«Un mostro costruito per scopi elettorali»

«Una schifezza immonda, un progetto delittuoso, come se per ristrutturare il Porto di Ri­petta si buttassero soldi per co­struirci sopra una pompa di benzina del Texas». Non ha peli sulla lingua il critico d’arte e parlamentare, Vittorio Sgarbi. E ancora più diretto è Giorgio Muratore, professore di Storia dell’arte e dell’architettura con­temporanea alla Sapienza. «L’Ara Pacis? Una tragicommedia lunga 10 anni, che so­no contento finisca, così si potrà vedere l’obbrobrio che è stato creato». Insomma, non ancora inaugura­to, il nuovo progetto dell’Ara Pacis ha già ottenuto un record: quello delle polemi­che.

    La versione “moder­na” del monumento – costruito nel 9 a.C. per ricordare le imprese di Augusto in Gallia e in Spagna e la pax romana che ne seguì – sarà inaugurata venerdì, in una blindatissima kermesse con 200 invitati. E, non a caso, co­me data è stata scelta quella del compleanno di Augusto, nato il 23 settembre del 63 a.C. «Per anni mi sono battuto per evita­re un progetto inopportuno, sbagliato e per il quale sono sta­ti buttati tanti soldi», ha conti­nuato Muratore, che collabora attivamente con l’associazione Italia Nostra, e secondo il quale il progetto «è servito alla cam­pagna elettorale di Rutelli, a quella “sotterranea” di Veltro­ni». Come si è arrivati a questo punto? «Rutelli è stato un pes­simo studente di architettura e negli anni in cui frequentava la facoltà andava di moda Meier», ha detto il professore della Sa­pienza.

    Più moderato l’autore e con­duttore televisivo, Gianni Ippo­liti che, da residente del centro storico, alza le spalle e spera «che alla fine possa essere bello anche se», aggiunge scherzan­do, «una delle cose che ha mes­so d’accordo, ai tempi, i due critici Sgarbi e Federico Zeri, è stata proprio la contrarietà a questo progetto. E questo non mi fa stare tranquillo». Eppure per ingaggiare l’architetto ame­ricano Meier e mettere in piedi il progetto, il Comune di Roma ha prima messo sul piatto quasi 6 milioni di euro, «che però», ha denunciato il consigliere ca­pitolino di An, Marco Marsilio, «in cinque anni sono stati. por­tati a quasi 10 milioni di euro». Una cifra per la quale Sgarbi ri­mane basìto: «Prima dall’ester­no era possibile vedere l’altare, ora non più. Come è possibile che si costruisca una baracca e che per di più copre un’opera d’arte?».

    Dopo l’inaugurazione, il pro­getto avrà bisogno degli ultimi ritocchi che dureranno tre me­si. Terminati i lavori, l’Ara Pa­cis verrà aperto al pubblico, che potrà tornare ad ammirar­lo con visite guidate settimana­li.