RADICALI ROMA

Unioni civili – Magi: Unioni civili e riconoscimento genitori dello stesso sesso

Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma

Oggi è iniziata finalmente in Aula Giulio Cesare la discussione sulla delibera sulle Unioni civili.
E’ importante ricordare quanto lunga è travagliata sia la storia delle Unioni civili al Comune di Roma: nel 2007 la delibera di iniziativa popolare promossa da Radicali Roma con una campagna a cui aderì tutto l’associazionismo Lgbtqi romano venne bocciata dalla maggioranza che sosteneva il sindaco Veltroni; nel 2012 su una nuova delibera di iniziativa popolare – quasi identica nel testo a quella ora in discussione – raccogliemmo oltre 8.000 firme di romani ma, in violazione dello Statuto, non è stata mai discussa nella precedente consiliatura nè in questa; lavorando a partire dal testo popolare del 2012 si è giunti alla delibera attuale sosttoscritta da tutta la maggioranza e dal M5s.

L’attesa è stata lunga se consideriamo che la delibera è stata depositata nell’ottobre 2013 e un anno, nel gennaio 2014, fa aveva già avuto i pareri favorevoli delle commissioni competenti.
In merito agli interventi dell’opposizione che contestano la legittimità e l’efficacia della delibera è necessario ribadire che la nostra proposta non esula dalle competenze dei comuni e non è anticostituzionale, come alcuni hanno affermato e affermeranno nei prossimi giorni. Al contrario va nella direzione di non discriminare le famiglie di fatto basate su legami affettivi eterosessuali od omosessuali rispetto ad ogni attività, iniziativa o servizio erogato da Roma Capitale, e, ovviamente, non lede minimamente i diritti di chi è componente di una famiglia basata sul matrimonio.

Ora, mentre speriamo che l’Assemblea arrivi al voto in tempi rapidi, è importante che l’Amministrazione capitolina assuma una posizione chiara e con atti concreti anche in merito al riconoscimento di genitori dello stesso sesso.
La sentenza della Corte d’Appello di Torino, che ha ordinato all’ufficiale di stato civile del Comune di trascrivere la nascita del bambino di una coppia di donne come figlio di entrambe, è un passo importante nella direzione del pieno riconoscimento delle unioni familiari e affettive.

Sarebbe quindi importante che il Comune di Roma, che con la nuova Amministrazione ha voluto distinguersi per l’impegno sul fronte dei diritti civili, aprisse a quelle coppie di genitori omosessuali che vogliano vedere riconosciuta la propria genitorialità e beneficiare insieme ai loro figli degli effetti giuridici.

Perché aspettare l’intervento di un tribunale per adottare un’iniziativa che non ha ostacoli di natura giuridica, ma, anzi, garantirebbe senza discriminazioni la tutela della genitorialità contenuta nella Costituzione italiana e prevista dalle normative europee?
Trascrivere le nascite di bambini di coppie omosessuali come figli di entrambi i genitori sarebbe, per la Capitale d’Italia, il modo migliore di ribadire con forza ancora maggiore i principi affermati solo quale mese fa con le trascrizioni delle nozze gay contratte all’estero, poi annullate dal Prefetto”.