RADICALI ROMA

Unioni civili, Roma boccia il registro Maggioranza spaccata in consiglio

Niente registro delle unioni di fatto a Roma. Con 43 voti contrari e 12 a favore, la maggioranza si spacca e il consiglio comunale della capitale respinge la delibera di iniziativa popolare per l’istituzione del registro delle unioni di fatto. Come nelle tre votazioni precedenti, il Partito democratico ha votato contro i provvedimenti avanzati dalla sinistra.

La partita si è giocata da subito all’interno della maggioranza: mentre in piazza del Campidoglio si svolgeva una manifestazione a sostegno delle delibere, in aula Giulio Cesare si sono seduti tra i banchi i deputati Angelo Bonelli e Paolo Cento dei Verdi; Vladimir Luxuria e Massimiliano Smeriglio di Rifondazione. Non c’era invece il sindaco Veltroni e il vicesindaco. “Il sindaco è in Abruzzo”, ha spiegato il suo staff e poi che “questa è un’iniziativa consiliare, non della giunta. E’ normale che lui non ci sia”.

Arriva il voto e tutto viene bocciato. Per Smeriglio, “la città ha dimostrato di non essere pronta a fare ciò che è una realtà in altre città italiane ed europee. Il tutto per una evidente responsabilità del Pd”. Ma il coordinatore del Pd di Roma, Riccardo Milana, spiega: “Alcuni politici nazionali non sono bene informati o realmente interessati al riconoscimento dei diritti, ma solo al populismo e alla demagogia”.

Vivaci le contestazioni contro la decisione del consiglio comunale e contro l’assenza del sindaco Veltroni. “No vatican” hanno scandito i contestatori mentre due coppie omosessuali – la presidente dell’Arcilesbica di Roma Francesca Grossi e la sua compagna accanto a due uomini – si sono provocatoriamente baciate sulle labbra. Altri hanno sventolato la bandiera bianca e gialla della città del Vaticano e gridato slogan contro il consiglio troppo sensibile alle “ingerenze d’oltre Tevere”.

“La mancata approvazione è un atto grave”, ha dichiarato l’Arcigay di Roma. “Rivendichiamo i diritti delle coppie lesbiche e gay. Chiediamo al consiglio comunale che al più presto riveda la sua posizione”. Gli ha fatto eco il deputato del Partito Socialista Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay: “La battaglia proseguirà in parlamento sui Cus, i contratti di unioni solidale. L’esito negativo del voto dimostra quant’altro mai che il Pd non è in grado di governare il dialogo tra laici e cattolici, se non cedendo a questi ultimi”.