RADICALI ROMA

Unioni civili/Comune di Roma. Sintesi della conferenza stampa che si è tenuta oggi nella sede del Partito Radicale.

MASSIMILIANO IERVOLINO
Segretario dell’Associazione Radicali Roma (primo firmatario della proposta di delibera di iniziativa popolare sul Registro delle Unioni Civili a Roma)
 
“Nel primo dei tre mesi utili per sottoscrivere la delibera di iniziativa popolare sul registro delle unioni civili, sono state già raccolte 4000 delle 5000 sottoscrizioni necessarie per presentare tale proposta in Consiglio Comunale. A seguito nel deposito delle firme, lo stesso Consiglio Comunale avrà 4 mesi per discutere e votare la proposta di delibera popolare. Un ottimo risultato, ma come più volte dichiarato, reputo essenziale superare di molto il numero minimo di firme richiesto così da trasmettere un segnale forte alla classe politica capitolina sempre più succube del potere vaticano e delle logiche partitocratiche.
Inoltre lancio un appello a tutte le sezioni Ds capitoline affinché si uniscano a quante sono già impegnate nella raccolta firme (Testaccio, Esquilino, Aurelia, Ripa Grande); mi rivolgo anche al nuovo Segretario dei Democratici di Sinistra di Roma, Mario Ciarla, invitandolo a prendere una posizione chiara su questa iniziativa, soprattutto alla luce di quanto accaduto, proprio sull’argomento in questione, al loro ultimo congresso.
La nostra campagna nasce dal vissuto quotidiano privato dei cittadini, pertanto rende palese il vuoto dilagante che separa la classe politica dal resto della società ed infastidisce la leadership inadeguata dinanzi alle nuove esigenze, pertanto auspichiamo che ciò costituisca motivo di interesse crescente per i media radio-televisivi romani e la carta stampata locale, tanto più considerato l’andamento positivo che la sta caratterizzando.
Noi continueremo a raccogliere le firme nelle strade, tra coloro che come noi avvertono il bisogno e l’urgenza di organizzare un’alternativa laica e liberale nella nostra città: la raccolta firme sul registro delle unioni civili è solo un primo passo necessario, ma non sufficiente, che va in questa direzione. Ricordo che nella giornata di domani le diverse associazioni del comitato
promotore saranno presenti nelle università romane La Sapienza, Roma Tre e
Luiss per raccogliere le firme degli studenti.”
 
 

MARIO STADERINI

Capogruppo della Rosa nel pugno nel Municipio I
 

Le 4 mila firme hanno un valore particolare alla luce delle difficoltà esterne che la campagna sta incontrando.

Il Comune di Roma, dopo aver negato la piazza del Campidoglio per la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, non ha ancora reso disponibile i moduli per sottoscrivere presso gli Uffici aperti al pubblico dei 19 Municipi, come invece prevede lo Statuto.

Sempre il Comune non agevola la raccolta firme perché, per inerzia della burocrazia, ci impedisce di raccogliere sullo stesso modulo anche le e-mail, importanti per organizzare i sottoscrittori nel convogliamento e nell’informazione di altri cittadini.

Per questo, presenteremo un ricorso straordinario direttamente al Sindaco Veltroni, al quale chiediamo un intervento per far rispettare le norme e dare cosi la possibilità ai cittadini di firmare e di conoscere. Il Sito del Comune, infatti, non da nessuna notizia della campagna in corso.

 

Inoltre, il registro delle unioni civili a Roma non avrebbe solo un valore simbolico, ma anche pratico: con il registro, si rafforzerebbe la legge sui Dico e non si perderebbe tempo in caso di slittamento della sua approvazione in Parlamento. Infatti, la registrazione costituirebbe prova ai fini del calcolo del tempo per accedere ai benefici previsti dalla legge DICO: nel disegno di legge è ammessa la prova contraria della convivenza(norma utilizzabile a fini sabotatori del provvedimento), che sarebbe impossibile di fronte all’evidenza di un atto pubblico come il registro.

 
 

ROBERTO GIULIOLI

Consigliere DS Comunale di Roma
 
Penso non si voglia affrontare questo tema e non si voglia disturbare ‘il conducente’. Questa è una
città che si autocelebra di includere, sui diritti civili non lo sta facendo. Il segno di questo Consiglio comunale è conservatore, di stampo cattolico e poco incline a dare spazio ai diritti civili. Sono solo 21 su 60 infatti i consiglieri comunali definibili laici. La sinistra deve fare queste battaglie, anche se scomode. Per questo ci rivolgiamo ai cittadini, e sono contento che la base dei Ds abbia capito il senso dell’iniziativa e molte sezioni romane stanno raccogliendo le firme.
 
 
IMMA BATTAGLIA
Presidente Di’Gay project
 
Per il Di’Gay Project il significato di questa iniziativa va oltre la mera presentazione della delibera in sede di Consiglio Comunale, rappresenta la nostra risposta all’imperversare della ingerenze vaticane che sempre più acquistano valore centrale tanto a livello mediatico quanto politico. Nell’attuale contesto italiano è di fondamentale importanza scalfire una breccia a favore della questione omosessuale inserita nella battaglia per la laicità delle istituzioni ed il riconoscimento dei diritti civili per tutti i cittadini italiani.
In questo primo mese di raccolta firme, senza l’appoggio mediatico che ha dato luogo solo ad un silenzio assordante, siamo stati in grado di raccogliere bel 4000 firme e questo è un dato su cui è importante riflettere. Roma, a differenza di quanto afferma il sindaco Veltroni, non è una città inclusiva e il buon esito della nostra iniziativa lo dimostra. Inoltre tengo a sottolineare che la sinistra romana, e in un certo qual modo italiana, è in una fase attendista, ma i cittadini laici non possono non mostrare sfiducia verso questo mondo politico che non si assume alcuna responsabilità su temi tanto rilevanti
 
 
RITA BERNARDINI
Segretaria Radicali Italiani
 
Questa campagna non ha solamente un valore simbolico, rappresenta un’iniziativa concreta che si svolge nella particolare città di Roma in un momento focale per quanto concerne il riconoscimento dei diritti civili.
A differenza del mondo clericale, ben organizzato e potente, i laici sono stati colti di sorpresa dalla deriva che sta imperversando nel nostro Paese. Era opinione diffusa che i diritti civili conquistati fossero solamente migliorabili, ma ora che ci stiamo rendendo conto che la realtà è ben diversa è necessario organizzarsi utilizzando tutti gli strumenti di democrazia diretta che le istituzioni riconoscono ai propri cittadini.
Inoltre tengo a sottolineare che la politica, e più specificatamente i partiti politici, sono sempre più distanti dai cittadini. Dinanzi questo scollamento non si può rimanere indifferenti e come primo passo bisogna iniziare a considerare la volontà diffusa tra i cittadini come un fattore rilevante, non più come un dato evanescente.
Concludo con un appello a tutti i laici: devono avere la forza di organizzarsi per scalfire questo grumo anticlericale che incide sempre più pesantemente nella vita di tutti i cittadini.   
 

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