RADICALI ROMA

Università, romane nella bufera

 Le università romane rischiano di essere travolte dalla bufera che soffia nelle facoltà di Medicina di mezza Italia. I sospetti di presunte irregolarità nello svolgimento dei test di accesso riguardano le prove di Tor Vergata e de La Sapienza. Non hanno dubbi in merito all’Unione degli Studenti, che ha nel cassetto “migliaia di lettere denuncia” che metteranno presto insieme per un ricorso collettivo nazionale.

TOR VERGATA, LE TESTIMONIANZE – Arianna, il suo nome è di nostra invenzione, ci racconta di essere uscita a testa alta dall’aula dove si è svolto il test di ammissione per Medicina, a Tor Vergata. Poi la sorpresa: nonostante un buon posizionamento in graduatoria, Arianna non ha passato la prova. La giovane studentessa vuole vederci chiaro e chiede l’accesso agli atti. Concesso, ma Arianna è sicura che il suo test sia stato manomesso. “Mi sono sentita con le mani legate. Non posso denunciare nulla, è la mia parola contro la loro” ci racconta.
P.C., altra esclusa dall’ammissione a Tor Vergata, narra di docenti della commissione d’esame che passano risposte ad alcuni studenti e di “numerosi adulti, anche di oltre 60 anni, che per tutto il tempo si sono dati un gran da fare a fornire le risposte ad alcuni candidati; nell’aula è stato notato un continuo passaggio di fogli e uso di cellulari senza che la commissione prendesse alcun provvedimento in merito”.
Informati dei pesanti dubbi che gravano sulla facoltà e che minacciano di infangare il nome dell’intero ateneo, a Tor Vergata si chiudono nel silenzio.

LA SAPIENZA, LE TESTIMONIANZE – B.F. parla di richieste dell’aiutino a casa: “C’erano studenti che inviavano e ricevevano indisturbati sms, sotto gli occhi cechi della commissione”, racconta, mentre un suo collega, M.C. si dice indignato per il “passaggio indisturbato di fogliettini” e “le soffiate dei prof. ad alcuni candidati”.
I racconti si ripetono uguali a tutti quelli letti e ascoltati nelle cronache nazionali, incluso il fenomeno di rampanti 60enni che passano risposte ai “nipoti”, ma dall’ufficio stampa dell’ateneo romano si dicono “certi dell’assenza di brogli che coinvolgono i test svolti presso l’università La Sapienza”.

RICORSO COLLETTIVO – L’Unione degli Universitari, da sempre in prima linea “per difendere il libero accesso alla formazione”, ha organizzato già in passato ricorsi collettivi a “prezzi politici” e intende adesso promuoverne uno “rivolto ai ragazzi che hanno partecipato al test di ammissione nelle varie facoltà di medicina e chirurgia, avente lo scopo di far dichiarare l’annullamento della prova svoltasi il 4 settembre scorso e di ottenerne la ripetizione a seguito dei numerosi vizi che hanno caratterizzato l’espletamento della prova, la valutazione dei risultati e le conseguenti graduatorie formulate”. Per partecipare www.udu.it o avvocato@udu.it.

IN CIFRE – Negli ultimi cinque anni i corsi che prevedono un test selettivo prima dell’iscrizione sono cresciuti del 330%, passando dai 242 del 2001 ai 1060 del 2006. Su un totale di 3100 corsi di laurea in tutte le università italiane, quelli a numero programmato sono ormai più di un terzo. Di questi ben 578 riguardano corsi di laurea di primo livello. “I test di ammissione – commentano dall’Udu – sono diventati la consuetudine per accedere alla formazione universitaria, compromettendo il futuro di molti giovani che, loro malgrado, restano fuori dalle graduatorie”.

LA MANIFESTAZIONE – Di qui la decisione di promuovere una manifestazione davanti al Ministero dell’Università, in piazale Kennedy, per martedì 18 settembre alle ore 14.00.