RADICALI ROMA

Vaticano ed Europa Vecchi e nuovi fantasmi

È una guerra tra fantasmi culturali contrapposti. Da una parte l’oscurantismo della Chiesa cattolica malata di «omofobia», a sentire la maggioranza di sinistra del Parlamento europeo. Dall’altra, le istituzioni di Bruxelles e Strasburgo «laiciste», «secolarizzate» e poco rispettose dei valori religiosi, secondo il Vaticano. Può sembrare un residuo della ruggine lasciata dal braccio di ferro sulla Costituzione orfana delle «radici cristiane». Ma nello scontro che ieri ha diviso S. Sede ed europarlamento si intuisce qualcosa di più profondo. La delibera contro le «discriminazioni sofferte da coppie dello stesso sesso» è vissuta dalle gerarchie come una provocazione.

La decisione di Strasburgo è nata con un occhio a quanto sta accadendo in Polonia. Ad invitare «tutti gli Stati membri a proporre leggi» che arginino il pregiudizio sono stati socialisti, liberali, verdi e sinistra: 325 «sì», 124 contrari e 150 astenuti. Ma durante la votazione, tre europarlamentari dei Verdi e del Prc hanno cercato di far approvare una mozione contro Angelo Bagnasco. Nelle scorse settimane, sembrava che l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei avesse accostato in modo maldestro coppie di fatto e pedofilia. Le sue parole erano state forzate; anzi, secondo il cardinale Angelo Scola, «falsificate». L’episodio di ieri ha dunque alimentato nuove tensioni.

«Il rischio è che la falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili», ha scritto l’agenzia dei vescovi, il Sir. «Sono in azione ideologie sconfitte dalla storia, laiciste o comuniste». Poteva apparire una precisazione risentita, certo, ma limitata ad un episodio. L’incidente ha assunto contorni più vistosi dopo un intervento dei cardinali Camillo Ruini, vicario del Papa, e dello stesso Scola. La Chiesa cattolica, ha detto Ruini da Roma, in Italia è rispettata «perché buona parte delle forze politiche e dell’opinione pubblica sono consapevoli dei valori degli italiani. Ma se ci spostiamo a Bruxelles o a Strasburgo, la situazione è molto più chiusa».
Parlare di conflitto fra Parlamento europeo e Vaticano probabilmente è eccessivo. Ma l’incomprensione e l’insofferenza fra le istituzioni dell’Ue e le gerarchie cattoliche si ripropongono senza diaframmi e mediazioni; e su un tema di frontiera come quello delle unioni fra persone dello stesso sesso, sul quale l’Italia si sta lacerando da mesi. Il modo in cui i tre parlamentari dell’ultrasinistra hanno tentato il colpo di mano contro i vertici della Cei è destinato a lasciare un altro livido nei rapporti tra vescovi italiani e «antagonismo» al governo. Già si intravedono i primi contraccolpi di politica interna. Il silenzio dei leader di Prc e Verdi dopo il tentativo fallito di una pronuncia di Strasburgo contro Bagnasco, viene percepito come un avallo dell’iniziativa.

L’assenza di reazioni della Margherita e dei Ds può creare ulteriori malintesi. Ruini ha parlato dell’Italia come un Paese nel quale i cattolici possono «essere ottimisti». Ma rispunta implicitamente il tema della collocazione internazionale del Pd che sta nascendo dalla fusione fra centro e sinistra dell’Unione. E ritorna in modo traumatico, con un muro contro muro fra sinistre e Vaticano, via Strasburgo. Permette al centrodestra di presentarsi come difensore esclusivo della Chiesa. E l’Unione, che non può rompere con l’antagonismo estremista, rischia di favorire questa lettura: anche perché la polemica plana su un’Italia dove Bagnasco è sotto scorta da settimane, dopo le scritte minacciose apparse sui muri di alcune città.