RADICALI ROMA

Via libera al simbolo della Rosa nel pugno Pannella: il centrosinistra chieda l'amnistia

Al residence di Ripetta, dopo appena cinque mesi di gestazione, nasce la Rosa nel pugno: non ancora un partito, ma una federazione tra i socialisti di Enrico Boselli e i radicali di Marco Pannella. Applausi alla rosa del simbolo, addii senza rimpianto al garofano. «Ha moltissime luci e anche qualche ombra, ma ormai appartiene ad altre pagine — dice Boselli, ben conscio del dispiacere che le sue parole daranno ai socialisti della Cdl—. Abbiamo il dovere di impedire che la storia socialista non si fermi sulle rovine di Tangentopoli. Dobbiamo essere molto chiari, a costo di essere un po’ ruvidi». E ora che la nascita della Rosa è ufficiale, Boselli chiede a Prodi di aggiungere un posto al tavolo dell’Unione al prossimo vertice in piazza Santi Apostoli. Per Marco Pannella, ovviamente: «Non vedo una ragione perché la Rosa venga tenuta ai margini dell’alleanza di centrosinistra. Pannella ha compiuto una chiara scelta di campo contro la destra e per la vittoria di Prodi». Prossima frontiera di scontro, la legge 194: «Ci dovrà essere una chiara presa di posizione, l’Unione si deve impegnare a non cambiarla. Io vedo grandi rischi». Sul palco si alternano i dirigenti dei due partiti, Daniele Capezzone, Roberto Villetti, Marco Cappato, Ugo Intini, interventi sintetici ma carichi di aspettativa. «La Rosa è una forza che guarda al futuro e si candida al governo del Paese — dice Emma Bonino —. Una forza che terrà alta la bandiera di una laicità militante ma profondamente rispettosa». Marco Pannella si lancia in un discorso a tutto campo, meno aggressivo dei suoi interventi a Radio Radicale. Sceso dal palco, dice che dei vertici con Prodi nulla gli importa, o quasi: «Siamo tanti e siamo d’accordo al 100 per cento, su tutto. Che ci vado a fare? Servo più in Cambogia, dove i nostri compagni li ammazzano, altro che vertici…». Accusa il ministro Storace di fare «la guardia svizzera» sulla pillola abortiva ma anche «il torturatore della Controriforma», quindi mette alle strette il centrosinistra sulla situazione delle carceri. «Entro Natale l’Unione chieda in modo unanime l’amnistia. Dubito che Berlusconi, adesso che ha concesso la riforma costituzionale, possa permettere a Bossi o ai neo missini come La Russa di porre il veto —dirà nel pomeriggio intervistato da Affaritaliani.it —. Tanto più in una situazione in cui abbiamo l’ex Cirielli che è un’amnistia annuale, di classe, per i ricchi e per coloro che possono giocare al gioco della prescrizione». Organismi, una direzione e una segreteria provvisorie nella quale entrano i massimi dirigenti dei due partiti. Figure di riferimento, Blair, Zapatero e Loris Fortuna. Bobo Craxi, che oggi vedrà Boselli per cercare un’intesa, teme che il cartello “laici socialisti liberali radicali” aspiri ad aggregare il Nuovo Psi piuttosto che a lavorare insieme a un nuovo soggetto: «La storia socialista non va archiviata, ma rivitalizzata dalla fusione tra il garofano e la rosa».