BOLOGNA – «Calano a vista d’occhio i preti, si vuotano le piccole e medie parrocchie, si tamponano le falle affidando a un povero prete due o tre o addirittura quattro comunitá, producendo, tra l’altro, rapide forme di esaurimento ai pochi sacerdoti, i seminari sono squallidamente vuoti o semivuoti e le prospettive future sono tutt’altro che rassicuranti». Con queste parole don Castone de Maria, di Bologna, descrive senza eufemismi, in un lettera inviata al mensile cattolico Jesus, edizioni San Paolo, la stessa di Famiglia Cristiana, la crisi del clero e chiede che si apra un dibattito sereno all’interno della Chiesa sul tema del celibato dei preti.
PROMUOVERE I DIACONI – «E’ proprio un così grande tabù parlarne anche tra noi?» si chiede il sacerdote che auspica un dibattito ampio sulle pagine della stessa rivista. «Non si tratta di sopprimere la legge ecclesiastica del celibato per chi la vuole accettare e vivere – precisa don Castone de Maria -; si tratta di promuovere l’ordinazione presbiteriale di “viri probati” (come giá anticamente, anche prima della legge del celibato». I viri probati sono uomini sposati di provata fede e virtù cui viene concessa l’ordinazione sacerdotale e quindi di celebrare la messa.
«PARTIAMO DALLE MISSIONI» – Il «materiale c’è giá – spiega il sacerdote – nel grande numero di diaconi permanenti». Don Castone non chiede decisioni affrettate ma l’apertura di una discussione ampia all’interno della Chiesa che coinvolga tutta la struttura della Chiesa; quindi indica una possibile strada da seguire ipotizzando che si può cominciare ad aprire la nuova strada «in terra di missione dove il problema è annoso e più urgente».
IL DIBATTITO NELLA CHIESA – Evidentemente il dibattito acceso sviluppatosi nel corso del recente sinodo generale dei vescovi, ha lasciato il segno all’interno della vita della Chiesa. In particolare dai vescovi dei cinque continenti è stato lanciato un allarme serio e circostanziato circa il calo drammatico de sacerdoti in diverse regioni del mondo. Per questo i padri sinodali hanno discusso la proposta – che però non ha avuto la maggioranza dei consensi – di ordinare dei viri probati. Ma giá dopo la fine del sinodo il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unitá dei cristiani, è tornato sulla questione facendo capire che il tema è ancora all’ordine del giorno nella vita della Chiesa universale.