RADICALI ROMA

«Welby non è morto per i sedativi» I periti assolvono Riccio e Cappato

Piergiorgio Welby non è morto per una dose massiccia di sedativi, ma solo perché, il 20 dicembre, è stata staccata la spi­na che lo teneva in vita. È il risultato della consulenza affidata dalla procura al medico legale Stefano Moriani, al docente di anestesiologia Paolo Pietropaoli e alla tossicologa Federica Umani Ronchi. I tre medici, nella re­lazione consegnata ieri, hanno stabilito che i farmaci somministrati a Welby sono risultati «nella norma».
 
Il fascicolo aperto dal procuratore Gio­vanni Ferrara e dal pm Gustavo De Marinis è un «atti relati­vi», privo di ipotesi di reato e responsabili. I magistrati attendeva­no l’esito della consulenza per decidere se indagare Mario Ric­cio, l’anestesista che ha staccato il ventila­tore (e che è stato de­nunciato da France­sco Cossiga per omicidio del consenziente), e il segretario dell’associazione “Luca Coscioni”, Marco Cappato  che si sono autoac­cusati di aver aiutato Welby a morire.
 
A questo punto però è probabile che l’in­chiesta finisca in archivio. Agli atti c’è già il provvedimento con cui l’Ordine dei medici di Cremona ha scagionato Riccio. «Non è sta­ta eutanasia — ha spiegato il presidente, Andrea Bianchi — ma interruzione di un trattamento richiesto dal paziente». La procura, peraltro, aveva già scelto una linea «non colpevolista» in occasione del ricorso di Welby al tribunale civile. «L’intervento medico — avevano scritto i pm Salvatore Vitello e Francesca Loi — è legittimato dal consenso vali­do e consapevole del paziente, in forza degli articoli 13 e 32 della Costituzione che tutela­no anche il diritto di autodeterminarsi». Sot­to quel parere c’è anche la firma del procura­tore Ferrara, che ora dovrà decidere se chiudere o prosegui­re l’inchiesta.
 
Riccio attende la decisione della procu­ra ma, osserva, «se fosse confermato l’esi­to della perizia sareb­be un’attesa e spera­ta conclusione, una conferma della via le­gale percorsa». Il ri­sultato della consu­lenza «non è una sor­presa» per Ignazio Marino, presidente della commissione Sanità del Senato, fin dall’inizio convinto della «li­bera e legittima scelta di Welby». «Non cambia nulla — ribatte invece Riccardo Pedrizzi, presidente della Consulta etico-religiosa di An —, chi ha sospeso la ventilazione polmo­nare deve essere incriminato. La magistratu­ra facciali suo dovere, che è quello di applica­re le leggi».